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La stagione di… Tim Black

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Iniziamo col dire una cosa: Jerome Allen non avrebbe mai – e diciamo MAI – permesso una cosa del genere. Affetto per la figlia, gusti estetici discutibili, tutto quello che volete voi. Ma non crediamo di sbagliarci se diciamo che quelle scarpe sarebbero state lanciate goliardicamente nell’area dove sorge quel rudere (sob) di fronte al PalaBarbuto.

Detto questo, iniziamo ad analizzare la stagione di Tim Black, il giocatore più discusso di questa stagione. Che poi è un caso strano, perché solitamente a Napoli ce la si prende con i centri, che per andare bene ai raffinati gusti della tifoseria devono per definizione essere 1) grossi 2) cattivi 3) neri 4) feroci schiacciatori. Poi i tifosi quest’anno hanno potuto valutare che Sylvere Bryan rientrava in queste categorie ma con risultati non proprio corrispondenti al loro prototipo di centrodominante™ e quindi hanno dovuto rivedere le loro posizioni.
Meglio spostare le proprie attenzioni sul play, quindi.

Ora, qualsiasi point guard americana si presenti a Napoli da qualche anno a questa parte (quindi pochissime, causa fallimenti a ripetizione) deve convivere con la non proprio semplicissima eredità lasciata da Lynn Greer, che per gli appassionati partenopei meriterebbe una statua fuori al PalaBarbuto tipo Madonna di Medjugorje. Ecco, se questa statua vedesse gli arresti e tiro di Tim probabilmente piangerebbe sangue e ci troveremmo Paolo Brosio fuori al palazzetto, quindi non è il caso di avventurarsi in paragoni che lasciano il tempo che trovano e allora basiamoci sulla stagione senza preconcetti.

Iniziamo dai numeri: 12.3 punti in 30 partite, 50% da 2, 25% (yikes) da 3 e 85% ai liberi (terzo in campionato). Tre rimbalzi e 3.7 assist di media, nono in campionato.

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Andando oltre la depressione causata dal vedere quelle percentuali sul perimetro per un play di 1.80 scarsi, le conclusioni di Tim sono avvenute per gran parte del campionato nei pressi del canestro. Nella parte finale del torneo è riuscito a sbloccare l’arresto e tiro dalla media distanza e ha iniziato a buttare dentro una quantità considerevole di long twos (tiro che non brilla proprio per utilità, ma sempre due punti vale), in particolare nella gara persa contro Brescia che è stata la migliore del suo campionato (27 punti, 8/10 da due, 2/3 da tre e 6 rimbalzi… pure 6 perse ma era l’unico che giocava, praticamente). Fatto sta che nell’ultimo mese e mezzo di stagione (in sei partite) ha segnato 16,5 punti con 23/43 da 2 e 8/18 da 3. Niente di straordinario, direte voi. E avete pure ragione, ma il fatto è che il ragazzo tra gennaio e febbraio era entrato in uno slump di quelli clamorosi, con 9.5 punti a partita ma soprattutto UNA tripla segnata su quattordici tentativi. In nove gare.
La cosa curiosa è che la crisi al tiro di Black è coincisa con quello che è stato probabilmente il miglior momento di Napoli, in seguito al cambio in panchina. Rivedere a freddo questi dati ha intaccato alcune delle nostre ipotesi. Abbiamo sempre pensato che la presenza di un play con problemi nel tiro dalla distanza come Black creasse – almeno nel basket moderno – grossi guai al nostro attacco: il difensore passa dietro sul blocco e questo porta ad un’area più intasata e a meno spazi per le penetrazioni. Si era visto benissimo in occasione della partita di ritorno contro Forlì, dove Ferguson concedeva volentieri due metri a Tim sul pick and roll.
Ma se andiamo a vedere le statistiche, Black ha circa 12 punti di media sia nelle vittorie che nelle sconfitte, tira da 2 con percentuali simili sia nelle vittorie (49%) che nelle sconfitte (50%) MA ha tirato con il 15% da 3 quando Napoli ha vinto e con il 32% da 3 quando ha perso. Cosa vuol dire? Non ne abbiamo la più pallida idea, ma è quantomeno curioso. E’ Black che tira male quando Napoli vince oppure è Napoli che gioca meglio quando Black tira con brutte percentuali e quindi è costretto ad attaccare maggiormente il canestro?

Per cosa lo ricorderemo

Per il buzzer contro Forlì all’esordio e per la gioia di quei giorni, per quei due mesi in cui non azzeccava un tiro, per le scarpe rosa, per i timeout in campo, per quei quarti quarti in cui ha amato prendersi le sue responsabilità (4 punti di media negli ultimi dieci minuti quando nei quarti precedenti non supera mai i 3 del terzo… e sempre sotto quota 3 nei primi due).

E per il futuro?

Ha un altro anno di contratto. Balbi ha detto “ne parleremo” quindi ci viene il pensiero (magari sbagliamo, ma ci viene il pensiero) che se si trova di meglio si cerca di uscire dall’accordo. Ha senso, soprattutto se le prospettive sono quelle di un campionato di livello più alto. Nel corso di questi mesi non abbiamo risparmiato stilettate a Black, ma non è un cattivo giocatore. E’ il leader dello spogliatoio e l’allenatore in campo (vd. timeout di cui sopra), e fa parte di quei bravi ragazzi su cui Napoli ha deciso di puntare a inizio anno. “Troppi bravi ragazzi”, ha detto Mirenghi in un’intervista finita sul giornaletto che distribuiscono al PalaBarbuto. Ecco, appunto, troppi bravi ragazzi. Se vogliamo fare le cose in grande, necessario puntare su qualcuno che magari possa anche avere la testa disabilitata, ma non tiri con il 25% da 3 e non conceda prestazioni realizzative superiori alla media a gran parte dei play avversari.

Napoli-Jesi: ultimo giorno di scuola, ultime pagellacce

Chissà se quella di ieri è stata l’ultima partita al PalaBarbuto. Impossibile non entrare al palazzetto con in testa questo pensiero, associato alle voci ricorrenti sul PalaCasoria.
D’altra parte, difficile entrare al palazzetto con in testa pensieri relativi ad una partita che conta solo per fini statistici e per posizionarsi leggermente meglio in classifica al termine della stagione (decimi con la vittoria di ieri; in caso di sconfitta avremmo chiuso tredicesimi).
Il tempo di alzarsi in piedi per il giusto omaggio alla grandezza di Mason Rocca e si può iniziare.

Spinelli propone a Rocca di rifare i giochi a due che tanto li hanno resi celebri. Con le cheerleaders.

Spinelli propone a Rocca di rifare i giochi a due che tanto li hanno resi celebri. Con le cheerleaders.

Atmosfera in campo da ultimo giorno di scuola: un primo quarto con difese allegre e con Napoli che tira con percentuali altissime (77% da due e 44% da 3). Poi gli azzurri si spengono, un po’ come il maxischermo installato sotto una delle due curve (sì, lo sappiamo, serve per lo spettacolo di stasera… ma cambiare settore proprio all’ultima giornata di campionato per fare posto a un maxischermo spento per gran parte del tempo, uff…).
Cala la tensione e gli azzurri fanno l’unica cosa che non devono fare: lasciare spazio ai tiri di un Hoover agghindato come il peggior Nikagbatse. Il risultato è che gli ospiti iniziano il secondo quarto con 9/10 al tiro e mettono a segno cinque triple consecutive (3 Hoover, 2 Fallucca). A questo bisogna aggiungere uno Jukic che sembra gridare ad ogni azione “EHI, GUARDATE CHE COSA SO FARE, SE SERVE UN COMUNITARIO PER L’ANNO PROSSIMO CI SONO IO” e i marchigiani impattano, grazie anche ad un arbitraggio che prima decide di non dare canestro e fallo a Brkic ma di mandarlo comunque in lunetta in una situazione non di bonus e poi di dispensare tecnici a destra e a manca. Anzi a Malaventura, ma con insistenza. In tutto questo c’è sempre Maggiolone che resta probabilmente il miglior lungo realizzatore del campionato e che nel terzo quarto non fa capire assolutamente niente a Bryan, e il risultato è che, dopo aver segnato 29 punti nel primo quarto, Napoli ne fa 30 nei due successivi.

E però almeno abbiamo una partita, e quando si tratta di risolvere una partita non possiamo che affidarci a… Sylvere Bryan.

Presto al cinema: GODZILLA.

Presto al cinema: GODZILLA.

Silvere Bryan? SYLVERE BRYAN. Momenti di onnipotenza pura nel quarto quarto, con 12 punti che sarebbero potuti essere pure di più se avesse delle mani al posto dei badili da manovale con cui tira i liberi. Cambia la gara, poco da fare: prende rimbalzi offensivi, fa a sportellate, restituisce pericolosità ad un attacco che si era spento. Poi la chiude Black, che avrà mille difetti ma nei finali di partita le sue responsabilità se le prende, ma a vincerla è Sylvere.

Comunicazione di servizio: nelle prossime settimane ci occuperemo di fare un bilancio della stagione. Intanto beccatevi le ultime pagellacce.

Malaventura 7,5: Tra poco più di un mese compirà 36 anni. Ieri ha giocato 37 minuti, ha preso 14 tiri mettendone a segno 9, ha segnato 23 punti, è stato per lunghi tratti l’unico giocatore da cui andare con costanza in un momento in cui non segnavamo mai. Clonatelo.

Black 7: Invisibile per gran parte del match (e non è detto che per un play questo sia un male), mette la zampata sulla partita con 11 punti nell’ultimo quarto.

Montano 5,5: Ad occhio, dovrebbe avere un plus/minus di -50.

Bryan 7,5: Come detto, la decide lui, dando quella botta di energia alla squadra. Chiude con 13+10 ma 12 punti sono nel quarto quarto, dopo aver passato momenti decisamente complicati con Maggiolone. 1/7 ai liberi, e vabbè.

Cefarelli 5: Figliolo, ma perché non fai le cose semplici?

Weaver 6,5: Come al solito, si accende e si spegne. Parte fortissimo segnando 11 punti nel primo quarto: chiuderà a 18, di cui solo 4 nella ripresa. Aggiunge il solito enorme bottino di rimbalzi, assist e stoppate ma psicologicamente resta un enigma, vedi scazzo con gli arbitri nel secondo tempo.

Brkic 6: Una certezza da dietro l’arco, e però sei pure due metri e dieci ragazzo mio.

Ceron 5: Ieri si è presentato BadCero, ma è l’ultima di campionato e ci passiamo sopra.

Bianchi 6,5: E’ riuscito a chiudere la stagione con una squadra sempre motivata in campo, e questo è un ottimo segnale. La vittoria di ieri gli permette di fornire un bilancio positivo (8-6 con lui in panchina), vedremo se gli varrà la riconferma.

Napoli-Ferentino: le pagellacce

Tutti voti belli alti sulle pagellacce di questa settimana, a cura del Treglia che stiamo sfruttando stile cinese di Prato.

Malaventura 6,5: Tiene a galla Napoli quando tutti sembrano abbandonare le speranze. Ha momenti di eclissi, ma serve, ah se serve a questa squadra.

Toh, Malaventura che segna dagli angoli. Chi l'avrebbe mai detto, eh Demis?

Toh, Malaventura che segna dagli angoli. Chi l’avrebbe mai detto, eh Demis?

Black 7,5: Da quando ha ricominciato (non era meglio “cominciato”?, ndRDJ) a mettere le triple sembra un altro giocatore.  Sarà che forse prima vedevi la tecnica di tiro, vedevi che la palla rimbalzava sul primo ferro e già lo bocciavi, ma ora anche il ball-handling e la visione di gioco sembrano migliorati.

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Fino a gennaio questo era SDENG sicuro, ora molto meno.

Montano 6,5: Pochi minuti di altissima intensità. Arrivato come “quello preso insieme al titolo” è diventato uno dei pochi su cui si potrebbe puntare, regole sugli Under permettendo, anche per la prossima stagione.

Bryan 7- : Era la sua partita. Lo sapeva chiunque avesse visto la gara d’andata (tranne Bianchi che lo relega in panchina per gran parte del match). Difesa, schiacciate, rimbalzi, fa cacciare anche quel Guarino che provoca ad ogni contatto. Tanta roba per il giocatore a cui il palazzo regala un autentico boato quando centra un tiro libero. Lo spirito è quello combattivo di sempre, per una volta arriva anche una grande prestazione. Un quarto di voto in meno perché 1/8 è una percentuale accettabile se sei andato a posteggiare le pr della Coppa Davis sul lungomare, non se si tratta di tiri liberi. In carriera dalla lunetta in Italia tirava tra il 56 ed il 69%, quest’anno con il 24,1%…

Cefarelli 6: Inizia ancora in quintetto. Si fa vedere per un paio di tiri che dopo aver ballato un po’ sul ferro finiscono dentro e per un paio di ingenuità.

Weaver 7: Inizio partita che potrebbe essere riassunto nel danpetersoniano “palla prsa, palla prsa, tiro di cazzo, palla prsa”. Ti convinci che stia giocando una pessima gara, poi guardi il tabellino e leggi 18+10+3+3+1. Da tenere assolutamente per la prossima stagione, spiegandogli magari che l’imitazione di De Niro dopo ogni fischio arbitrale contrario non serve quanto passare un secondo in più a pensare cosa fare per evitare di perdere la palla. Però se non altro fa divertire il pubblico quando gli arbitri discutono se un canestro sia valido o meno e lui si avvicina con fare sicuro e dice “ho visto io, è dentro, è dentro” o quando chiede insistentemente palla a Montano, quando questi gliela dà in ritardo lo guarda come per dire “e cosa cazzo pensi che ci possa fare più con questa, ora?”.

weaverdeniro

Kyle in versione Taxi Driver…

Brkic 7- : Sta lentamente cominciando a diventare il giocatore visto l’anno scorso, con triple importanti ed una tecnica sopraffina. Peccato che sia il 7 aprile.

Ceron 7,5: Lotta sempre, dal primo all’ultimo minuto. Sempre al massimo dei giri, è insieme il suo maggior pregio e ciò che gli ha impedito sinora di affermarsi davvero come uno dei migliori Under in Italia.

Bianchi 7,5: Chiude il bilancio delle partite “con un significato” con un 7-5 intriso di rimpianti. Non è colpa sua se non si faranno i playoff, ma anche ieri ha cercato di dare una svegliata ai giocatori. Gestione perfetta, immaginando che Sylvere Bryan fosse sulla carta taboo e che per questo non potesse essere usato.

#HeDunksYouRosik (come essere bastian contrario anche nello sport dei bastian contrario)

Approfittando di una serie di circostanze difficilmente replicabili (meglio note come una buona prestazione di Sylvere Bryan), siamo riusciti finalmente a far scrivere al Treglia un pezzo dove racconta della sua passione per i centri… come definirli, vabbè, capirete leggendo.

 

“Ogni giorno, in Inghilterra, Mike Bernard si sveglia, e sa che dovrà prendere a culate gli avversari, o non prenderà il rimbalzo,

Ogni giorno, in Dominica, Sylvere Bryan si sveglia, e sa che dovrà zompare continuamente, o non prenderà il rimbalzo

Ogni giorno, su di un campo di basket, non importa che tu sia chiatto oppure che tu sappia solo saltare, l’importante è che non fai come Brkic che contro Jesi si gira e se ne va perché si scoccia di prendere lui il rimbalzo”

(Proverbio anglo-dominicense)

Quando i miei amici scoprono che sono un appassionato di basket la prima, immancabile, domanda che mi rivolgono è “chi è il tuo giocatore preferito?”, domanda ad essere onesti anche un po’ idiota perché la passione per uno sport non deve necessariamente avvilupparsi intorno ad un solo atleta. Ad onor del vero, come ben saprà qualunque appassionato di uno sport “minore”, la prima domanda che ti arriva è sempre “chi è il Maradona/Messi/Mourinho/laJuventus/ilBarcellona del basket?”, ma poiché questa è una domanda ancora più del cazzo, escludiamola dalla classifica e torniamo al giocatore preferito.

Per rispondere devo necessariamente tornare con la memoria all’autunno 2007, quando uno scarno comunicato sul sito dell’allora S.S. Basket Napoli annunciava l’acquisto di un centro inglese proveniente dalla Repubblica Ceca. A quel tempo non avevo idea di come quella riserva avrebbe sconvolto il mio modo di concepire il basket. Infatti, per i primi tempi considerai il buon Bernard come un noioso intermezzo in attesa di veder rientrare Rocca sul parquet. Continua a leggere

Trieste-Napoli: le pagellacce

Consueto appuntamento con le pagellacce, ormai immancabili come i video delle conferenze post partita di Pozzecco. Che, diciamolo con tutta la stima e il rispetto del mondo, un po’ hanno rotto i coglioni. Come le pagellacce.

Malaventura 6: Partita “onesta” del Capitano, bravissimo a farsi trovare pronto – come sempre – dalla sua mattonella dell’angolo sinistro per segnare l’importantissimo canestro del 73-78, quando Trieste aveva ritrovato un minimo di entusiasmo con un parziale di 5-0.

Black 6: Passo indietro rispetto alla prova con Brescia, non tanto per le percentuali che non lo premiano (ma i due tentativi da 3 erano allo scadere dei 24 secondi… piuttosto non gli è entrato mai l’arresto e tiro frontale), quanto per qualche palla persa di troppo e per un primo tempo difensivamente rivedibile, con Carra (Carra eh, non Rajon Rondo) che gli scappava da tutte le parti. Decisamente meglio nella ripresa, con le soluzioni con Brkic e Bryan di cui abbiamo scritto nel recap. Leader emotivo della squadra con i suoi timeout in campo e un paio di decisi richiami a Ceron che non aveva fatto il giusto movimento su una rimessa e a Cefarelli per un’infrazione di passi.

Montano 5: Due tiri sbagliati frutto di due forzature, ci è piaciuto di più in altre occasioni.

Bryan 8: 15 punti e 6 rimbalzi con 7/8 al tiro. Segue gif esplicativa.

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Cefarelli 6: Quando fa le cose semplici e il lavoro sporco è efficace; non si capisce perché ogni tanto voglia complicarsi la vita.

Weaver 7: 20 punti nei primi tre quarti, attaccando il canestro come piace a noi. Nel quarto quarto si limita a fare il facilitatore e a segnare un gran canestro in arresto e tiro dopo aver fatto saltare il difensore.

Brkic 7,5: L’attacco di Napoli nel primo tempo si fonda esclusivamente su Weaver e su di lui. E’ il protagonista della rimonta con due triple frontali consecutive nel terzo quarto, ma trova anche dei bei canestri dal post, dove sfrutta al meglio i centimetri di vantaggio nei confronti di Diliegro. Chiude il terzo quarto a 21 punti, poi assiste al Sylvere Bryan Show. Il telecronista triestino cerca di intimidirlo chiamandolo ripetutamente “Airone di Cesenatico”, ma ogni sforzo è vano.

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Non male David, non male…

Ceron 4,5: Ha segnato più punti (21) nella prima partita giocata a marzo che nelle tre successive (18). Altro dato? In queste tre gare il numero di punti segnati è identico alla somma di palle perse e falli fatti (7+11, 18 insomma). Non sappiamo cosa voglia dire, se non che son tre gare che gioca malissimo.

Bianchi 6,5: Nel primo tempo Napoli fa acqua da tutte le parti, ma negli spogliatoi ottiene ciò che vuole e la squadra risponde alle sue sollecitazioni. Salvezza ottenuta con discreto anticipo, adesso si può chiudere la stagione in tranquillità.

Napoli-Brescia: le pagellacce

La tentazione di non fare la pagellacce era tanta, ma sappiamo che il nostro pubblico ci ama perché forniamo sempre contenuti di grande qualitahahahahaha

Malaventura 5: Giornata no.

Allegretti 4,5: Giornata DECISAMENTE no.

Black 7: Chiude il primo tempo con 4 punti e 1/3 al tiro. Nel secondo si scatena, ne segna 23 tirando 9/10 (di cui addirittura 2/2 da 3, compresa la tripla del -1). La cosa assurda è che segna soprattutto da più di quattro metri che, diciamo, non è proprio la sua specialità. Peccato per le sei palle perse. I suoi limiti sono noti, ma almeno ci prova.

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Il secondo tempo di Timmy.

Montano 6,5: Buon impatto nel secondo quarto, quando realizza tutti gli otto punti della sua partita.

Bryan 4: Segue gif esplicativa

Cefarelli 5,5: Un canestro molto bello da vedere e nulla più.

Weaver 5,5: Di lui scriveremo approfonditamente a stagione finita, intanto ribadiamo la nostra convinzione: è un perfetto terzo USA in una buona squadra di serie A. In Gold, con un USA in meno (e con questo tipo di USA affianco), si nota troppo la sua mancanza di continuità. Poi i numeri gli danno sempre ragione (16+10+5, anche se con 5 perse), ma si è tolto dal match con una serie di falli stupidi tanto in attacco quanto in difesa. Contribuisce alla rimonta nel quarto quarto fino all’errore finale del quale – come apprendiamo in seguito dalla conferenza stampa – non è il maggior responsabile.

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Non è concentrato, sta sonnecchiando.

Brkic 5,5: I quattro rimbalzi offensivi sono high stagionale, ma soffre tanto Cuccarolo. E abbiamo detto Cuccarolo.

Ceron 5: Caro Marco, basta dirlo. Non ci permetteremo più di scrivere post di elogio nei tuoi confronti se questi sono i risultati.

Bianchi 4,5: Peggiore partita da quando allena, ed è lui a dirlo. Non capiamo la scelta di tenere lo starting five in campo per tutto il primo quarto, e di conseguenza dover giocare gran parte del secondo con un quintetto giovane e con poco talento offensivo. La scelta sull’ultimo tiro, preferendo forzare una conclusione da tre a ventinove secondi dal termine piuttosto che cercare una tripla costruita o un gioco da tre punti o anche andare in lunetta (insomma qualsiasi cosa), continua a sembrare sbagliata anche esaminando tutti i diversi punti di vista. Ovviamente, fosse entrato il tiro, avremmo detto il contrario #RDJparaculi

March Sadness

E’ davvero difficile scrivere qualcosa su una partita così brutta, e ringraziamo per il titolo qualcuno molto più bravo di noi. Due squadre che sulla carta dovevano essere molto più in alto in classifica, e che sulla carta (ma molto sulla carta) ieri dovevano giocarsi le ultime chances per andare ai playoff. La squadra di casa ha pensato bene di scendere in campo al 28simo minuto, quando il punteggio sul tabellone segnava un rotondissimo -18. La squadra in trasferta ha ringraziato, non mostrando nulla di notevole se non un paio di lampi di atletismo di Giddens e dimostrando di meritare l’attuale posizione in classifica; concetto ribadito dal collasso del quarto quarto. Alla fine ha vinto Brescia, evitandoci perlomeno una settimana di retorica all’insegna dei playoff ancora possibili finché la matematica non ci condanna e del cuore di Napoli capace di rimontare quasi 20 punti di svantaggio.

napolibrescia

Il manifesto del match: gente che urla. E non avete visto il pubblico.

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Verona-Napoli: le pagellacce

Malaventura 5,5: Latita per gran parte del match e fatica a tenere a bada Taylor, troppo esplosivo per le sue gambe. Ecco, probabilmente domenica si è sentita per la prima volta un po’ la mancanza di Valentini. Ma, di nuovo, ce la stava portando a casa nell’ultimo quarto.

Allegretti 6,5: In attacco non sbaglia quasi nulla, a parte quella tripla forzata nel finale che spinge Bianchi a giocarsi gli ultimi minuti con il quintetto small (e non andrà bene). Soffre un po’ troppo Boscagin, ma sembra recuperato dopo l’infortunio.

Black 6,5: Buona gara per Tim a parte un piccolo momento di sbandamento ad inizio ripresa dal quale esce trovando un paio di buoni canestri. Il duello con Smith, molto più fisico di lui, finisce pari. Segna addirittura due triple nella stessa partita (non succedeva dal 24 novembre) portando a quota TRE il bottino dei tiri da tre realizzati nel 2014. A parte tutto, quando il tuo play smazza cinque assist a fronte di una sola palla persa, c’è da essere soddisfatti.

Montano 5: Non si è notato.

Bryan 4,5: Ora, che non fosse un fenomeno di tecnica ce lo aspettavamo e crediamo che nessuno gli chieda il Dream Shake alla Olajuwon. Che non avesse la più pallida idea di cosa fare una volta ricevuta la palla in post basso o in seguito al roll, no. In pratica quando c’è lui si attacca in quattro. Un paio di rimbalzi offensivi preziosi nel quarto quarto ma poco altro.

Weaver 5,5: Primo quarto da urlo, con 14 punti e 5/8 al tiro. Negli altri tre periodi segna la bellezza di 4 punti. Un po’ non è colpa sua, perché Bianchi lo tiene troppo in panchina. Un po’ sì, perché dopo le due triple messe a segno nel primo quarto ha pensato di essere un tiratore e ha iniziato a prendersi jumper senza ritmo da sette metri. 8 tentativi da tre ma soprattutto solo tre liberi, non è la sua migliore partita. È vero, con lui siamo sempre un po’ severi, ma lo facciamo perché ci piace troppo.

Cefarelli 4,5: Solo cinque minuti per lui, ma quei cinque minuti sono un incubo. Da Ros lo fa ammattire più di quanto dice il tabellino del veronese. E il Cefalo non vede più il campo.

Brkic 6: Prestazione senza infamia e senza lode. Contribuisce a tenerci a galla nel terzo quarto, poi resta a lungo in panchina e quando rientra Verona piazza il parziale decisivo.

Ceron 4,5: Un brevissimo lampo nel quarto quarto, quando mette quattro punti di fila, ma per il resto la partita è pessima e viene descritta alla perfezione dalla non difesa sul tiro di Boscagin che dà il +5 a Verona. Rotazione in ritardo, braccia abbassate e tripla in faccia.

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Quanto è stata brutta la partita di Ceron? Brutta come sta maglietta.

Bianchi 5: L’approccio alla partita è stato ottimo ma purtroppo Napoli non è riuscita più a tenere il ritmo del primo quarto. Si dimentica Weaver in panchina, contribuendo a farlo uscire dal match, e ci sarebbe da ridire anche sul minutaggio di Brkic. Indovina il quintetto con i tre tiratori che ricuce lo strappo, viene punito invece da quello small che prende il parziale decisivo.

La fatal Verona

Ci leviamo subito il dente: arbitraggio brutto, l’antisportivo a Brkic (a rimbalzo offensivo!) non sta né in cielo né in terra, l’azione di Weaver non sembrava assolutamente infrazione di passi e ci avrebbe portato sul -3 a un minuto dalla fine. A noi però parlare di arbitri piace pochissimo – sono umani e sbagliano anche loro, soprattutto a sti livelli bassi – e quindi preferiremmo concentrarci su altri aspetti. Che poi Giulietta sarà una zoccola ma pure le mogli di quei tre non scherzano.

Ehm, dicevamo. Napoli ha giocato una buona partita e in caso di vittoria non avrebbe rubato nulla contro una squadra che è alla sua sesta W consecutiva. La Expert è partita forte, con una buona difesa a zona, ritmi molto veloci in attacco e un Weaver da 14 punti e 5/8 al tiro nel primo quarto. Ha tenuto botta nei periodi successivi, nonostante il calo di ritmo, le tante palle perse, i tanti tiri concessi dal perimetro, il maggiore impatto della panchina scaligera, che ha prodotto moltissimo soprattutto con Da Ros (nel primo tempo) e Carraretto (nella ripresa). E qui ci chiediamo come sia possibile che esista ancora chi lascia spazio alle triple di Carraretto. Ad ogni modo: 40 rimbalzi a 33 per Verona con 13 offensivi concessi e 19 punti a 11 provenienti da palle perse.

Il fatto è che, quando non corre, Napoli gioca male. E di conseguenza non segna, soprattutto se Ceron fa più danni della grandine e Weaver viene tolto (troppa panchina) e si toglie (ma perché continua a tirare da 3 senza ritmo?) dalla partita. Non basta la buona volontà di un Black tutto sommato positivo, non basta qualche lampo di Brkic, non basta neanche un Allegretti tornato a buoni livelli dopo l’infortunio. Insomma ci sono momenti in cui l’attacco napoletano è riassumibile con questa immagine.

Nel quarto quarto Bianchi azzarda un quintetto con Black, Malaventura, Ceron, Allegretti e Bryan, che nelle prime azioni soffre perché la continua ricerca del pick and roll tra Tim e Sylvere a sette metri dal canestro è facilmente marcabile e non riesce a creare vantaggi per i tre tiratori, ma poi improvvisamente si sblocca grazie anche ad un paio di ottimi momenti difensivi. Quattro punti di Ceron, recupero di Black, gioco da tre punti di Allegretti, tripla di Malaventura: dal 63-58 si va avanti 66-68.

Mancano 3’20” e dopo uno dei pochi errori offensivi della partita di Allegretti (tripla forzata), Bianchi decide di giocarsela con il quintetto small Black-Malaventura-Ceron-Weaver-Brkic. Il risultato è un 10-3 per Verona con i due lunghi, Callahan e Boscagin, sugli scudi. Poi arriva la presunta infrazione di passi di Weaver, il fallo su Smith e il tecnico a Malaventura che chiude il match. E’ vero, incidono il tecnico e il fallo sistematico nel finale, ma intanto in neanche tre minuti e mezzo prendiamo 19 punti.

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La curiosa shot chart del quarto quarto.

Nelle ultime cinque giornate Napoli ha perso quattro volte. Ha combattuto fino alla fine con Torino e con Verona, ha lottato con Trento, il calendario era complicato e meritava sicuramente di più, come ha detto anche Ramagli. Ma, se vuoi andare ai playoff rimontando dalla situazione complicata in cui eri finito dopo il girone di andata, hai bisogno di essere un rullo compressore e non puoi permetterti giocatori che fanno due partite buone e una oscena. Oppure che giocano solo un quarto a partita.

E chest’è.