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Il basket del futuro

Apprendiamo da Sportando che il prossimo anno sarà l’ultimo in cui la DNA vedrà una divisione tra Gold e Silver. Giustamente, va a finire che tifosi e sponsor si abituano alla strutturazione del torneo dopo soli due anni, e quindi è meglio cambiare tutto. E così dal 2015/2016 spazio a “due gironi “paritetici” su scala non geografica ma sulla base delle classifiche dell’anno precedente (eh?, ndRDJ), con una prima fase regolare ed un secondo “orologio” con le squadre dell’altro girone prima di determinare il tabellone playoff”.

Le squadre rimarranno 32, ma sarà introdotto il blocco dei ripescaggi che – è scritto così, giuriamo – “dovrebbe progressivamente ridurre fino a 24 le partecipanti”.

Il basket del nuovo millennio (in primo piano). Sullo sfondo, i dirigenti si interrogano su quale modifica regolamentare renderebbe il prodotto più appetibile: ketchup o maionese?

Il basket del nuovo millennio (in primo piano). Sullo sfondo, i dirigenti si interrogano su quale modifica regolamentare renderebbe il prodotto più appetibile: ketchup o maionese?

Per la gioia di tifosi e giornalisti, e soprattutto dei poveri cristi costretti a creare i futuri campionati su Pc Fantacanestro, possiamo rivelarvi in anteprima le nuove regole che saranno introdotte a partire dalla stagione 2016/2017, affinché il basket risulti un prodotto sempre più appetibile al pubblico, alle televisioni e ai media.

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Rivogliamo… Marty Conlon

27 ottobre 2002. La Pompea Napoli di Andrea Mazzon affronta al PalaBarbuto la Lottomatica Roma di Piero Bucchi. È il giorno dell’esordio del nuovo acquisto Marty Conlon. Il lungo gioca 25 minuti, nei quali segna 8 punti e prende 9 rimbalzi. Napoli vince 74-72 ed io esco dal palasport con un nuovo amore cestistico.

Sarà una buona annata per la Napoli dei canestri, nonostante la squalifica dopo 10 partite della nostra musa ispiratrice Dontae’ Jones. La squadra di Mazzon gioca un basket offensivo e divertente, perennemente all’altezza del ferro grazie ai frequenti arcobaleni lanciati da Lamarr Greer ai vari Jones, Davison, Clack. A riequilibrare tanto atletismo c’era lui, Marty, con quel suo gomito perennemente allargato al momento del tiro (ne parliamo dopo, tranquilli) e quel sedere fondamentale per i blocchi contro i quali si andavano ripetutamente a infrangere gli esterni avversari.

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