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Napoli-Jesi: ultimo giorno di scuola, ultime pagellacce

Chissà se quella di ieri è stata l’ultima partita al PalaBarbuto. Impossibile non entrare al palazzetto con in testa questo pensiero, associato alle voci ricorrenti sul PalaCasoria.
D’altra parte, difficile entrare al palazzetto con in testa pensieri relativi ad una partita che conta solo per fini statistici e per posizionarsi leggermente meglio in classifica al termine della stagione (decimi con la vittoria di ieri; in caso di sconfitta avremmo chiuso tredicesimi).
Il tempo di alzarsi in piedi per il giusto omaggio alla grandezza di Mason Rocca e si può iniziare.

Spinelli propone a Rocca di rifare i giochi a due che tanto li hanno resi celebri. Con le cheerleaders.

Spinelli propone a Rocca di rifare i giochi a due che tanto li hanno resi celebri. Con le cheerleaders.

Atmosfera in campo da ultimo giorno di scuola: un primo quarto con difese allegre e con Napoli che tira con percentuali altissime (77% da due e 44% da 3). Poi gli azzurri si spengono, un po’ come il maxischermo installato sotto una delle due curve (sì, lo sappiamo, serve per lo spettacolo di stasera… ma cambiare settore proprio all’ultima giornata di campionato per fare posto a un maxischermo spento per gran parte del tempo, uff…).
Cala la tensione e gli azzurri fanno l’unica cosa che non devono fare: lasciare spazio ai tiri di un Hoover agghindato come il peggior Nikagbatse. Il risultato è che gli ospiti iniziano il secondo quarto con 9/10 al tiro e mettono a segno cinque triple consecutive (3 Hoover, 2 Fallucca). A questo bisogna aggiungere uno Jukic che sembra gridare ad ogni azione “EHI, GUARDATE CHE COSA SO FARE, SE SERVE UN COMUNITARIO PER L’ANNO PROSSIMO CI SONO IO” e i marchigiani impattano, grazie anche ad un arbitraggio che prima decide di non dare canestro e fallo a Brkic ma di mandarlo comunque in lunetta in una situazione non di bonus e poi di dispensare tecnici a destra e a manca. Anzi a Malaventura, ma con insistenza. In tutto questo c’è sempre Maggiolone che resta probabilmente il miglior lungo realizzatore del campionato e che nel terzo quarto non fa capire assolutamente niente a Bryan, e il risultato è che, dopo aver segnato 29 punti nel primo quarto, Napoli ne fa 30 nei due successivi.

E però almeno abbiamo una partita, e quando si tratta di risolvere una partita non possiamo che affidarci a… Sylvere Bryan.

Presto al cinema: GODZILLA.

Presto al cinema: GODZILLA.

Silvere Bryan? SYLVERE BRYAN. Momenti di onnipotenza pura nel quarto quarto, con 12 punti che sarebbero potuti essere pure di più se avesse delle mani al posto dei badili da manovale con cui tira i liberi. Cambia la gara, poco da fare: prende rimbalzi offensivi, fa a sportellate, restituisce pericolosità ad un attacco che si era spento. Poi la chiude Black, che avrà mille difetti ma nei finali di partita le sue responsabilità se le prende, ma a vincerla è Sylvere.

Comunicazione di servizio: nelle prossime settimane ci occuperemo di fare un bilancio della stagione. Intanto beccatevi le ultime pagellacce.

Malaventura 7,5: Tra poco più di un mese compirà 36 anni. Ieri ha giocato 37 minuti, ha preso 14 tiri mettendone a segno 9, ha segnato 23 punti, è stato per lunghi tratti l’unico giocatore da cui andare con costanza in un momento in cui non segnavamo mai. Clonatelo.

Black 7: Invisibile per gran parte del match (e non è detto che per un play questo sia un male), mette la zampata sulla partita con 11 punti nell’ultimo quarto.

Montano 5,5: Ad occhio, dovrebbe avere un plus/minus di -50.

Bryan 7,5: Come detto, la decide lui, dando quella botta di energia alla squadra. Chiude con 13+10 ma 12 punti sono nel quarto quarto, dopo aver passato momenti decisamente complicati con Maggiolone. 1/7 ai liberi, e vabbè.

Cefarelli 5: Figliolo, ma perché non fai le cose semplici?

Weaver 6,5: Come al solito, si accende e si spegne. Parte fortissimo segnando 11 punti nel primo quarto: chiuderà a 18, di cui solo 4 nella ripresa. Aggiunge il solito enorme bottino di rimbalzi, assist e stoppate ma psicologicamente resta un enigma, vedi scazzo con gli arbitri nel secondo tempo.

Brkic 6: Una certezza da dietro l’arco, e però sei pure due metri e dieci ragazzo mio.

Ceron 5: Ieri si è presentato BadCero, ma è l’ultima di campionato e ci passiamo sopra.

Bianchi 6,5: E’ riuscito a chiudere la stagione con una squadra sempre motivata in campo, e questo è un ottimo segnale. La vittoria di ieri gli permette di fornire un bilancio positivo (8-6 con lui in panchina), vedremo se gli varrà la riconferma.

#HeDunksYouRosik (come essere bastian contrario anche nello sport dei bastian contrario)

Approfittando di una serie di circostanze difficilmente replicabili (meglio note come una buona prestazione di Sylvere Bryan), siamo riusciti finalmente a far scrivere al Treglia un pezzo dove racconta della sua passione per i centri… come definirli, vabbè, capirete leggendo.

 

“Ogni giorno, in Inghilterra, Mike Bernard si sveglia, e sa che dovrà prendere a culate gli avversari, o non prenderà il rimbalzo,

Ogni giorno, in Dominica, Sylvere Bryan si sveglia, e sa che dovrà zompare continuamente, o non prenderà il rimbalzo

Ogni giorno, su di un campo di basket, non importa che tu sia chiatto oppure che tu sappia solo saltare, l’importante è che non fai come Brkic che contro Jesi si gira e se ne va perché si scoccia di prendere lui il rimbalzo”

(Proverbio anglo-dominicense)

Quando i miei amici scoprono che sono un appassionato di basket la prima, immancabile, domanda che mi rivolgono è “chi è il tuo giocatore preferito?”, domanda ad essere onesti anche un po’ idiota perché la passione per uno sport non deve necessariamente avvilupparsi intorno ad un solo atleta. Ad onor del vero, come ben saprà qualunque appassionato di uno sport “minore”, la prima domanda che ti arriva è sempre “chi è il Maradona/Messi/Mourinho/laJuventus/ilBarcellona del basket?”, ma poiché questa è una domanda ancora più del cazzo, escludiamola dalla classifica e torniamo al giocatore preferito.

Per rispondere devo necessariamente tornare con la memoria all’autunno 2007, quando uno scarno comunicato sul sito dell’allora S.S. Basket Napoli annunciava l’acquisto di un centro inglese proveniente dalla Repubblica Ceca. A quel tempo non avevo idea di come quella riserva avrebbe sconvolto il mio modo di concepire il basket. Infatti, per i primi tempi considerai il buon Bernard come un noioso intermezzo in attesa di veder rientrare Rocca sul parquet. Continua a leggere

A caldo, molto a caldo. Perché brucia ancora

Siamo tifosi, siamo umorali (oltre che amorali). E’ la nostra debolezza. Probabilmente ci siamo fatti influenzare dalle tre vittorie di fila e dalla bella prestazione a Ferentino. Probabilmente speravamo che le cose stessero tornando al posto giusto. Ma dopo due settimane e due sconfitte la tentazione di buttare tutto a mare è forte. Perché, al di là del secondo quarto di Brkic, si fatica davvero a trovare qualcosa di positivo nella prima partita di questo 2014. E, allargando il discorso, un girone di andata chiuso con 6 vittorie e 9 sconfitte non fa piacere, per quanto i playoff siano lì a 4 punti.

Con Jesi sono riaffiorate tutte le lacune di una squadra che fatica tremendamente ad attaccare a difesa schierata, che non riesce a trovare soluzioni efficaci e tiri facili quando non può correre o quando Weaver non è in giornata. Si era visto anche con Barcellona, ma nelle Marche di più. Come si sono viste, nuovamente, le difficoltà degli esterni nel battere l’uomo e creare spazi per i tiratori, e le croniche mancanze a rimbalzo. 35 carambole a 24 per i padroni di casa, che hanno preso 11 rimbalzi offensivi che sono valsi 14 punti da seconda opportunità. Solito, commovente Mason Rocca, che avrà perso anche quel 5% di atletismo che caratterizzava il suo gioco ma resta uno scienziato del rimbalzo e degli scivolamenti difensivi. Chiedere a Kyle Weaver.

Il tutto contro un’avversaria onesta ma che è sembrata tutt’altro che irresistibile, considerando anche la giornataccia al tiro di Goldwire (2/14 da 3) e l’assenza di Jukic. E il break decisivo è arrivato con il loro USA in panchina. Ma Napoli ha segnato 11 punti nel terzo quarto (in cui ha tirato 3/12) e 26 totali in un secondo tempo da 8/26 al tiro.

Nei prossimi giorni proveremo a fare un bilancio del girone di andata; intanto si inizia l’anno nuovo con il piede sbagliato.

Un mese fondamentale

Innanzitutto buon 2014 ai nostri venticinque lettori. Diciamo venticinque per una citazione manzoniana allo scopo di fare felice la nostra ex professoressa di lettere; sappiamo benissimo che siete molti di meno.

L’anno si apre con due trasferte, a Jesi e Forlì, che danno il via ad un mese fondamentale per l’andamento di Napoli. E’ stato un dicembre particolare, aperto e chiuso con delle sconfitte. In mezzo, tre vittorie consecutive che hanno riportato il sereno in casa Expert e restituito alcune certezze che la sconfitta in casa con Barcellona ha solo in parte attenuato. Sette partite in 35 giorni, quindi: quattro in trasferta e tre in casa*, che potrebbero rilanciare (o definitivamente affossare, ma non vogliamo prendere in considerazione quest’ipotesi) le speranze di Napoli prima del trittico Trento-Torino-Capo d’Orlando.

* scriviamo in attesa delle decisioni del giudice sportivo dopo i fatti del post-gara con Barcellona.

cal

da legapallacanestro.com

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