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Io speriamo che me la Cavina

Che cos’è il genio? E’ fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione.

Free Trade Hall di Manchester, 1966. Il re del folk Bob Dylan sfodera la chitarra elettrica e dal pubblico un ottuso integralista dell’acustica gli grida “Judas”. Bob non si scompone, dà del bugiardo a chi – poveraccio – non è ancora in grado di capire, si gira verso la band incitandoli a suonare “fucking loud” e si lancia in una clamorosa versione di Like A Rolling Stone.

Vincent Van Gogh non sarà compreso per tutta la sua vita. Moby Dick di Herman Melville fu a lungo dimenticato: pubblicato nel 1851, fu riscoperto solo nei primi anni del Novecento. Gran parte delle opere di Kafka raggiunse il grande pubblico solo dopo la sua morte. Nessuno si interessò degli esperimenti di Mendel con le piante di piselli, eppure oggi è considerato come il padre della genetica moderna.

E voi pretendete che il pubblico napoletano capisca il gioca jouer di Cavina?

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Perché la sconfitta a Biella non mi preoccupa (ancora)

Vediamo il lato positivo: una sconfitta di 3 punti a Biella, con il possesso della vittoria buttato via in maniera scriteriata, ci può stare, soprattutto se pensi che Torino (per quanto in emergenza) una settimana fa ne aveva presi 20. Ma la si poteva vincere, e allora il rammarico c’è.

Biella ha fatto la partita che doveva fare, provando a correre ogni volta che ne aveva la possibilità. Napoli è stata brava a concederglielo solo a tratti. Ci sono stati momenti in cui gli azzurri hanno mostrato davvero un’ottima difesa: ancora una volta la zona ha funzionato molto bene e, soprattutto nella seconda parte del primo quarto, siamo riusciti a forzare parecchie palle perse. Ma se parli di difesa non puoi non pensare anche agli 11 rimbalzi offensivi che sei andato a concedere, e la cosa che fa più arrabbiare è che le palle vaganti sono state spesso preda dei loro esterni (3 rimbalzi offensivi Raspino, 2 Laganà). Biella ha segnato 14 punti in seguito a secondi possessi, contro i 6 di Napoli. Alla fine il conto a rimbalzo è anche in sostanziale pareggio, quindi l’altro dato che balza agli occhi è quello dei punti realizzati da palle perse: 22 per Biella, 11 per Napoli. I padroni di casa hanno saputo invertire il trend del primo quarto (5 perse nei primi 10′, 7 nei rimanenti 30), noi no. E quanto ci è piaciuto Laganà (la la la la la la). Continua a leggere

Due trasferte per capire a che punto siamo

Le prossime due partite che attendono Napoli sono il primo vero banco di prova della stagione. Due realtà agli antipodi, dal profondo Nord al profondo Sud. Da un lato la tradizione di Biella, che ha abbandonato quest’anno la massima serie dopo più di dieci anni di permanenza (ma vi ricordate che squadrone la Fila Biella che fu promossa dalla A2?), dall’altro le ambizioni di Trapani che assapora quella seconda serie che aveva solo sfiorato nel 2011.

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Expert Napoli-Aget Imola: le pagelle degli azzurri

napoli basket

Eccoci con le pagellacce del Dontae, stracolme di supponenza e ignoranza. Scherziamo eh, siamo ragazzi umili, sono solo piene di ignoranza cestistica. Godetevele.

Matteo Malaventura 7.5. Nel primo quarto Napoli gioca in attacco con la stessa fluidità con la quale noi ci alziamo per andare a lavoro il lunedì mattina. Da vero leader, capisce il momento, infila 7 punti consecutivi che danno il primo break agli azzurri. Cuore di capitano.

Marco Allegretti 7. Questo è il vero Allegretti: letale al tiro, solido in difesa. Dopo due partite da spettatore non pagante, colpa di una condizione fisica approssimativa, sale in cattedra nel ruolo di professore. Ah per dimostrare a tutti che è integro, inchioda anche una schiacciata che va dritta al numero due della top ten di giornata. Welcome back.

Kyle Weaver 7. Per pedigree e atletismo non appartiene a questo campionato. Domenica abbiamo visto i primi lampi: 19 punti, ottime scelte al tiro, sempre sotto controllo e l’impressione di poter disporre a piacimento dei pari ruolo. Napoli già lo ama. “Mi manda KD35”.

Tim Black 6.5. Doppia cifra a quota 14, 4 assist e il completo controllo della partita. Vorremo vedere qualche accelerazione in più in un attacco, che quando Tim non gira, rischia di essere troppo stagnante. In crescita.

David Brkic 6. Poche storie, la nostra stagione passa dal ritrovare il vero David Brkic, e sopratutto che Cavina faccia in modo di ritrovare il vero Brkic. In attacco (5 punti e 3 tiri) non abbiamo neanche cominciato, ma l’ex Brescia da giocatore intelligente si mette a disposizione contribuendo con 11 rimbalzi. Salviamo il soldato David.

Sylvere Bryan 6. Gli si chiede energia, difesa e rimbalzi. Missione compiuta, ma sbaglia qualche layup di troppo. Combattente.

Jacopo Valentini 5.5. Potrebbe sembrare un voto ingiusto perché l’ex di giornata ha fatto la sua parte. Ma il leggero nervosismo di inizio partita, e il 3/10 dal campo con 5 palle perse ne limitano il giudizio. Nervoso.

Matteo Montano 5. Cavina dà fiducia al giovane playmaker, e noi non vogliamo buttargli la croce addosso. Ma caro Matteo serve più convinzione per trasmettere sicurezza alla squadra nei minuti che ti sono concessi. Da rivedere.

Izzo e Traballesi s.v.

Demis Cavina 6.5. Parliamoci chiaro: Imola era poca cosa, forse ancor più di Forlì. Nei primi 12 minuti qualche fantasma l’abbiamo visto al Palabarbuto, poi la squadra si è sciolta, annichilendo gli avversari. Merito al coach e al suo staff. E se in attacco Brkic e Weaver trovano la giusta dimensione…

Napoli-Forlì: le pagellacce

Difficile dare giudizi in generale, ancora più difficile farlo alla prima di campionato, al termine di una gara che giochi male ma che poi, alla fine, porti a casa. Ci proviamo comunque, ma è solo la prima partita quindi prendiamole molto alla leggera. Continua a leggere

Un buon allenamento

Tim Black stupito dopo aver appreso che gli avversari giocano in Silver

Tim Black stupito dopo aver appreso che gli avversari giocano in Silver.

Difficile scrivere dopo quella che, più che un’amichevole, è stata a tutti gli effetti un allenamento a porte aperte. Mettiamola così: doveva essere una festa e lo è stata, con una buona cornice di pubblico per essere una gara giocata in un giorno infrasettimanale contro un’avversario che non stuzzicava particolarmente la fantasia. Continua a leggere