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Il basket del futuro

Apprendiamo da Sportando che il prossimo anno sarà l’ultimo in cui la DNA vedrà una divisione tra Gold e Silver. Giustamente, va a finire che tifosi e sponsor si abituano alla strutturazione del torneo dopo soli due anni, e quindi è meglio cambiare tutto. E così dal 2015/2016 spazio a “due gironi “paritetici” su scala non geografica ma sulla base delle classifiche dell’anno precedente (eh?, ndRDJ), con una prima fase regolare ed un secondo “orologio” con le squadre dell’altro girone prima di determinare il tabellone playoff”.

Le squadre rimarranno 32, ma sarà introdotto il blocco dei ripescaggi che – è scritto così, giuriamo – “dovrebbe progressivamente ridurre fino a 24 le partecipanti”.

Il basket del nuovo millennio (in primo piano). Sullo sfondo, i dirigenti si interrogano su quale modifica regolamentare renderebbe il prodotto più appetibile: ketchup o maionese?

Il basket del nuovo millennio (in primo piano). Sullo sfondo, i dirigenti si interrogano su quale modifica regolamentare renderebbe il prodotto più appetibile: ketchup o maionese?

Per la gioia di tifosi e giornalisti, e soprattutto dei poveri cristi costretti a creare i futuri campionati su Pc Fantacanestro, possiamo rivelarvi in anteprima le nuove regole che saranno introdotte a partire dalla stagione 2016/2017, affinché il basket risulti un prodotto sempre più appetibile al pubblico, alle televisioni e ai media.

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PalaCasoria, perché sì (e perché no)

Napoli, abbiamo un problema. Veramente ce ne sarebbe più di uno, ma le nostre competenze (?) si fermano alla palla a spicchi e a tutto quello che gli gira intorno. Questione PalaBarbuto. Partiamo da quanto dichiarato qualche giorno fa dal presidente della Federazione Gianni Petrucci: “È inverosimile che a Napoli ancora oggi l’agibilità del Palabarbuto sia ridotta ed incerta, con tutte le conseguenze negative per l’Expert Napoli. Mi rifiuto di pensare che l’Amministrazione Comunale non gradisca il basket. Sono convinto che in tempi brevissimi i problemi saranno risolti perché a Napoli, più che altrove, sport è anche sinonimo di legalità e vivere civile”. Inoltre, le quattro partite interne disputate dai partenopei (con Forlì, Imola, Casale Monferrato e Torino) sono state ospitate in un impianto al quale le autorità competenti hanno dato, di volta in volta, l’agibilità provvisoria e per un numero ridotto di pubblico. E il problema si ripresenta per la gara con Verona. Una situazione insostenibile, come lamenta Maurizio Balbi, alla quale si sommano situazioni tragicomiche, del tipo che sono i custodi dell’impianto a decidere sostanzialmente quando finisce una seduta, quando spegnere le luci. Roba da far inviperire il giocatore più scarso della nostra Prima Divisione, figuriamoci dei professionisti. Ora potremmo impelagarci in una questione infinita sulle responsabilità delle istituzioni, ma preferiamo parlarvi di una possibile soluzione, che si chiama PalaCasoria, analizzando i pro e i contro di un eventuale cambio di palazzetto.

Fonte: Pallavoloazzurra.it

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