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Ho sognato Dontae’ Jones al PalaBarbuto, poi mi sono svegliato

L’altra notte ho fatto un sogno: Napoli conduce di poco su Trento, quando all’intervallo sugli spalti inizia a diffondersi uno strano brusìo che si estende rapidamente a tutto il PalaBarbuto. Le voci girano: è lui, no non è lui, ma sì ti dico che è lui. Dontae’ Jones si accomoda in tribuna, il palazzetto inizia a cantare OOOOOH DONTAE’ JONES ALEEEEE’. Inizia la ripresa, Napoli segna da tutte le parti e mette in cassaforte la gara. Dontae’ si batte il pugno sul petto, il pubblico continua a cantare, ci si abbraccia, c’è chi piange ed è tutto bellissimo.

Il risveglio è stato duro.

blacktrento

Forte Trento, fortissima. Ha due americani belli tosti come corporatura, un play che gioca per la squadra e due lunghi italiani in grado di mettere punti e andare a rimbalzo. Giocano un bel basket, sono ben allenati, ribaltano il lato, trovano canestri su backdoor. Però…

Però ci aspettavamo una reazione migliore da parte di Napoli. E invece la Expert è entrata in campo con poca voglia di difendere. E – ancora una volta – di andare a rimbalzo. I nove punti iniziali di Trento arrivano tutti su secondi tiri (due triple e un gioco da tre punti di Pascolo). Poco importa che alla fine della partita il conto dei rimbalzi offensivi sia quasi pari, perché ancora una volta Napoli concede tantissimi punti da seconda opportunità (14) e da palla persa (13).

Ed è vero che alla Expert mancavano Allegretti e Valentini, ma è pure vero che Trento di fatto ha giocato in sei (più Lechtaler che ha fatto solo danni), e che la panchina ospite ha prodotto un punto e 0/6 al tiro.

Eppure Napoli ha saputo rientrare due volte in partita, in una gara fatta di strappi e controstrappi. La prima volta ricucendo dal 14-28 al 32-30 con un quintetto senza Weaver, con Brkic e Malaventura a prendersi tiri e responsabilità e con un buon impatto di Cefarelli. La seconda (dopo aver beccato uno 0-9 a chiusura di primo tempo) rientrando dal 32-43 al 44-45, prima che Triche e Pascolo chiudessero il match e, di fatto, la stagione partenopea. Non è un caso che le azioni più efficaci degli azzurri siano combaciate con i momenti migliori in fase difensiva: il gioco latita e ad oggi Napoli può fare male solamente se riesce a non far schierare la difesa avversaria. E non parliamo degli attacchi alla zona, che sono un problema che ci portiamo da inizio anno.

E ora?

E ora ci aspettano due mesi sostanzialmente inutili dal punto di vista competitivo, ma importantissimi per iniziare a pianificare la prossima stagione e capire su chi puntare in vista del prossimo anno (SPOILER: quasi nessuno). Il settimo posto è ancora a quattro punti, ma Napoli è quintultima, i primi a non crederci sembrano essere i giocatori, e per Bianchi sarà difficile tenere alta l’attenzione. Una vittoria a Torino potrebbe riportare entusiasmo e riaprire i discorsi, ma le probabilità sono pochine.

Balbi nel dopopartita ha parlato di prossimi annunci di partnership che varranno anche per il prossimo anno, e questo è ottimo in fase di consolidamento. Ma c’è da capire come conquistare un pubblico, che già di suo è freddino, per spingerlo a venire a vedere una squadra senza obiettivi: oggi il palazzetto era insolitamente più pieno, ma l’affollamento della curva ovest contrapposta al vuoto della curva est fa pensare maggiormente a qualche offerta promozionale sconosciuta ai più che ad un’improvvisa riscoperta della pallacanestro (solo in un settore, quello tradizionalmente meno affollato).

Crossroads: Dontae’ Jones, una vita al bivio

Questo pezzo è uscito qualche mese fa su HoopsDemocracy, IL sito delle storie di basket. Tratta della nostra musa ispiratrice, Dontae’ Jones. Non è una cosa inedita, è vero, ma ci sembrava ingiusto non inaugurare la sezione History con un post su qualcun altro. Materiale fresco arriverà a breve. Enjoy!

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