Archivio dell'autore: rivogliamodontaejones

Cookies

COOKIES

Il blog fa uso di Cookies a fini statistici/analitici nonché per la migliore fruizione dei contenuti. In particolare durante la navigazione è possibile ricevere i seguenti tipi di Cookies:

Cookie Prestazionali e Statistici non profilanti esenti dal consenso, utilizzati per finalità statistiche ed erogati da terze parti che rendono anonima l’informazione offuscando parte dell’indirizzo IP non permettondone la riconducibilità a singoli individui.

Cookie Tecnici Essenziali per il funzionamento, ad esempio per ottimizzare la login al sito, consentire il download di contenuti gratuiti.

Google Analytics Target pubblicitario, Analitica/Misurazione, Ottimizzazione https://tools.google.com/dlpage/gaoptout?hl=it

L’utente può in qualsiasi momento eliminare o interdire la generazione di Cookie sul proprio computer o altro devices consultando le istruzioni specifiche del Browser normalmente utilizzato per la navigazione (Chrome, Safari, Microsoft Explorer ecc.) o in alternativa utilizzando la modalità di navigazione in incognito supportata da molti browser.

Per maggiori info consultare la seguente risorsa http://cookiepedia.co.uk/how-to-manage-cookies

Il Sito potrebbe contenere collegamenti ad altri siti Web che dispongono di una propria informativa sulla privacy che può essere diverse da quella adottata da he che che quindi non risponde di questi siti.

Come disabilitare i cookie mediante configurazione del browser:

Chrome
Eseguire il Browser Chrome
Fare click sul menù presente nella barra degli strumenti del browser a fianco della finestra di inserimento url per la navigazione
Selezionare Impostazioni
Fare clic su Mostra Impostazioni Avanzate
Nella sezione “Privacy” fare clic su bottone “Impostazioni contenuti“
Nella sezione “Cookie” è possibile modificare le seguenti impostazioni relative ai cookie:
Consentire il salvataggio dei dati in locale
Modificare i dati locali solo fino alla chiusura del browser
Impedire ai siti di impostare i cookie
Bloccare i cookie di terze parti e i dati dei siti
Gestire le eccezioni per alcuni siti internet
Eliminazione di uno o tutti i cookie

Per maggiori informazioni visita la pagina dedicata.

Mozilla Firefox
Eseguire il Browser Mozilla Firefox
Fare click sul menù presente nella barra degli strumenti del browser a fianco della finestra di inserimento url per la navigazione
Selezionare Opzioni
Seleziona il pannello Privacy
Fare clic su Mostra Impostazioni Avanzate
Nella sezione “Privacy” fare clic su bottone “Impostazioni contenuti“
Nella sezione “Tracciamento” è possibile modificare le seguenti impostazioni relative ai cookie:
Richiedi ai siti di non effettuare alcun tracciamento
Comunica ai siti la disponibilità ad essere tracciato
Non comunicare alcuna preferenza relativa al tracciamento dei dati personali
Dalla sezione “Cronologia” è possibile:
Abilitando “Utilizza impostazioni personalizzate” selezionare di accettare i cookie di terze parti (sempre, dai siti più visitato o mai) e di conservarli per un periodo determinato (fino alla loro scadenza, alla chiusura di Firefox o di chiedere ogni volta
Rimuovere i singoli cookie immagazzinati

Per maggiori informazioni visita la pagina dedicata.

Internet Explorer
Eseguire il Browser Internet Explorer
Fare click sul pulsante Strumenti e scegliere Opzioni Internet
Fare click sulla scheda Privacy e nella sezione Impostazioni modificare il dispositivo di scorrimento in funzione dell’azione desiderata per i cookie:
Bloccare tutti i cookie
Consentire tutti i cookie
Selezione dei siti da cui ottenere cookie: spostare il cursore in una posizione intermedia in modo da non bloccare o consentire tutti i cookie, premere quindi su Siti, nella casella Indirizzo Sito Web inserire un sito internet e quindi premere su Blocca o Consenti

Per maggiori informazioni visita la pagina dedicata.

Safari 6
Eseguire il Browser Safari
Fare click su Safari, selezionare Preferenze e premere su Privacy
Nella sezione Blocca Cookie specificare come Safari deve accettare i cookie dai siti internet.
Per visionare quali siti hanno immagazzinato i cookie cliccare su Dettagli

Per maggiori informazioni visita la pagina dedicata.

Opera
Eseguire il Browser Opera
Fare click sul Preferenze poi su Avanzate e infine su Cookie
Selezionare una delle seguenti opzioni:
Accetta tutti i cookie
Accetta i cookie solo dal sito che si visita: i cookie di terze parti e che vengono inviati da un dominio diverso da quello che si sta visitando verranno rifiutati
Non accettare mai i cookie: tutti i cookie non verranno mai salvati

Per maggiori informazioni visita la pagina dedicata.

Come disabilitare i cookie di servizi di terzi

Servizi di Google
Facebook
Twitter

 

La stagione di… Marco Ceron

“E poi ti amo e poi ti odio e poi ti amo e poi ti odio e poi… ti apprezzo”.

Protagonista di quello scampolo di stagione nata morta un anno e mezzo fa, tra il pubblico napoletano e Marco Ceron era scattata una scintilla che lo ha convinto a ritornare in città anche con il nuovo progetto. La gara di esordio in casa con Forlì, dove era stato decisivo con 18 punti, 4 rimbalzi e 3 assist, sembrava perfetta per lanciare Marco tra le giovani certezze del basket italiano.

Ma il rapporto con Demis Cavina non è mai decollato, e tra panchinamenti punitivi e un atteggiamento non proprio positivo da parte del giocatore, le cose sono andate diversamente. Può capitare di essere discontinui, ma nei primi mesi Marco non è mai riuscito a mettere in mostra il suo talento per più di una partita. 18 punti all’esordio, poi 5, non entrato per infortunio e 5. Poi 15. E subito dopo 3, 2 e 6. Poi 22 e allora pensi che l’esplosione è vicina. E invece no, perché ne fa 5, poi 6 e poi 2.

A quel punto cambia la guida tecnica e Marco ritrova la voglia e anche soluzioni tattiche più adatte al suo talento. Bianchi gli dice di spingere la transizione quando ne ha la possibilità, in modo da attaccare il canestro e trovare punti facili.

ceronc2c2 ceronc2c

E’ il suo momento migliore: 8 con Veroli, 9 a Imola, poi tre gare di fila in doppia cifra. Sbaglia la partita con Trento e poi esplode facendone 27 a Torino e 21 in casa con Capo d’Orlando. Arriva la convocazione in nazionale e…

E a questo punto ricrolla nella mediocrità. Sì, c’è la gara con Ferentino da 19+9, ma arrivano varie partite in cui falli+ palle perse sono superiori ai punti.

Chiude la stagione con 9.6 punti, 2.9 rimbalzi, il 54% da 2, il 33% da 3 e l’82% ai liberi.

cerofine

Per cosa lo ricorderemo

L’urlo di Marco, alla prima giornata con Forlì. I 22 punti con 8/11 al tiro a Ferentino. Le due gare con Trento e Torino in cui ne ha messi 48 tirando 10/15 da due e 6/10 da tre. Il brutto finale di stagione all’insegna di falli e palle perse. E per il maglione, ovviamente.

ceronpigiama

E per il futuro?

Come Montano, anche Ceron perderà per la prossima stagione lo status di under. A differenza di Matteo, per Marco ci sono più possibilità che qualche squadra di Gold punti su di lui come italiano anche senza il benefit dell’età: offensivamente è un giocatore che, in un contesto di gioco rapido, può essere produttivo in pochi minuti. Sta a lui lavorare per limare quei difetti che in questi mesi hanno rallentato la sua esplosione. Difficile rivederlo in maglia azzurra, ma chissà.

La stagione di… David Brkic

E’ arrivato con il titolo di miglior italiano dello scorso campionato e di “pretoriano” di Cavina, che lo aveva già allenato a Veroli. Ma la sua stagione è diventata la più enigmatica di tutte, caratterizzata da un’alternanza tra ottime prestazioni offensive, solide ma silenziose gare da gregario di lusso e momenti in cui sembrava che il fatto non lo riguardasse minimamente.

Insomma non siamo mai riusciti a capire se David Brkic era poco coinvolto offensivamente (pochissimi pick and pop, ma va detto che potrebbe piazzarli un po’ meglio, sti blocchi) o se era proprio lui a nascondersi. Il body language spesso faceva pensare alla seconda ipotesi, ma non tutti i giocatori hanno l’atteggiamento di Kevin Garnett e quindi crediamo che anche in questo caso la soluzione giusta si trovi a metà strada.
Differente il discorso in difesa, dove ovviamente gli avversari cercavano di coinvolgere lui (e Black) nel pick and roll con i risultati che potete chiedere a Tommaso Fantoni.

Chiude con 11.8 punti e 5.6 rimbalzi di media in 30 partite, il 50.9% da 2 e un ottimo 36% da 3, frutto soprattutto del triplone frontale che raramente lasciava scampo. Bene anche il 77% ai liberi.brkicfine

Per cosa lo ricorderemo

Per Cassia Mundim. Per quella volta che ha sorriso (!!!). Per alcuni movimenti di puro talento.

E per il futuro?

E’ sicuramente la questione più spinosa che dovrà affrontare la dirigenza nelle prossime settimane. David è sicuramente tra gli italiani più talentuosi del campionato, ma costicchia e devi costruire una squadra che possa esaltare le sue caratteristiche offensive e mascherare alcune delle sue pecche (rimbalzista sufficiente – solo due volte in doppia cifra – e difensore parecchio sotto il par, soprattutto in situazioni dinamiche). Inoltre devi trovargli un compagno di reparto adeguato. Insomma, non è facile. Noi lo terremmo, soprattutto se – come sembra – è felice di rimanere anche a costo di ridursi lo stipendio, ma se ci chiedete chi mettergli affianco rispondiamo con un clamoroso BOH. Un 4 USA atletico e rimbalzista?

La stagione di… Kyle Weaver

“Doveva essere la stella del torneo, invece è stato solamente bravo”.

Così Stefano Benzoni sul risorto Superbasket giudica la classifica di Kyle Weaver. E’ una descrizione che raccogliamo in parte, per questioni di cui abbiamo già parlato in passato. Intendiamoci, siamo pazzi di Kyle Weaver. Forse non è il miglior americano del campionato, ma di sicuro rientra nella Top3. Probabilmente – anzi, sicuramente – non è riuscito (ancora?) a completare quella transizione da role player del basket americano a leader nella nostra pallacanestro.

In questi mesi lo abbiamo esaltato e criticato, abbiamo ammirato la sua completezza e abbiamo alzato qualche sopracciglio vedendo qualche mancanza quando il pallone scottava. Di sicuro non brilla per leadership, e qui torniamo al discorso precedente. E le cifre confermano le impressioni visive:
PRIMI QUARTI: 5.5 punti con il 63% da 2 e il 40% da 3
SECONDI QUARTI: 3.5 punti con il 65% da 2 e il 22% da 3 (ma solitamente era il quarto del “riposo”)
TERZI QUARTI: 4.3 punti con il 56% da 2 e il 25% da 3
QUARTI QUARTI: 3.9 punti con il 53% da 2 e il 36% da 3 (non abbiamo i dati dei minutaggi e a sensazione c’è meno tempo giocato rispetto ai primi quarti… ma solitamente in questi minuti i big comunque si prendono più tiri e responsabilità).

Di sicuro non è un giocatore che trascina le folle per gesti miracolosi di atletismo (ricordiamo giusto un paio di schiacciate, di cui una clamorosa in tap-in, e qualche stoppata in recupero), ma a fine partita vedevi il tabellino, leggevi le sue cifre, scoprivi che era in doppia doppia e che ci aveva aggiunto pure 3/4 assist e un paio di stoppate. E ti chiedevi “oddio, ma quando lo ha fatto?”.

kylefine

E i numeri, infatti, sono decisamente dalla sua parte: 17 punti a partita (8° in campionato), 7.8 rimbalzi (8°, secondo solo a Giddens tra gli esterni), 3.5 assist (12° e primo escludendo play e guardie) con il 59% da 2, il 30% da 3 (che poteva essere di gran lunga migliore se evitava di tanto in tanto di credersi Stephen Curry e tirare direttamente dal palleggio) e il 77% ai liberi. Miglior stoppatore della Gold con 1.4 a partita, è anche il giocatore con più palle perse (3.6).
Dieci volte in doppia doppia; tre volte almeno 10 punti, 10 rimbalzi e 5 assist.

Per cosa lo ricorderemo

Di sicuro come il giocatore più talentuoso visto a Napoli nell’era dopo Maione. Non che ci volesse molto, ma è già qualcosa. Per i momenti di onnipotenza ma anche per le lunghe pause. Per le scenette in campo, quando ridacchiava senza motivo. Per le stoppate improvvise, arrivando dal nulla.

weaverdeniro

E per il futuro?

Il futuro è al piano di sopra. Di sicuro, in questi mesi Kyle ci è apparso come un giocatore di categoria superiore, anzi chi scrive ha la convinzione che possa rendere ancora meglio nel campionato maggiore, facendo il terzo americano in una buona squadra di A, dove sarebbe affiancato da USA in grado di mettere su punti senza troppi problemi. Meno responsabilità offensive esalterebbero le sue capacità di giocatore tuttofare, il suo atletismo a rimbalzo, il suo senso della stoppata, la sua visione di gioco. Avere compagni di squadra più forti gli permetterà di avere più spazi dove infilarsi per attaccare il canestro. O di crescere come giocatore di post, non cercando solo il tiro ma anche scaricando ai tiratori sul perimetro.

Come inserire quindi Weaver nella storia recente delle ali piccole che hanno giocato a Napoli? Il confronto è difficile, innanzitutto perché gli altri atleti da prendere in considerazione hanno giocato in serie A. In una serie A decisamente più competitiva, tra l’altro. Le cifre quindi vanno esaminate con il beneficio del dubbio (e ovviamente premiano Kyle, che ha giocato in un torneo infinitamente meno valido). Ma lo stesso discorso può facilmente rovesciarsi sempre per il discorso che facevamo prima: gli altri hanno giocato con compagni migliori, mentre Weaver si è trovato gran parte delle attenzioni delle difese avversarie concentrate su di lui, spesso agendo anche come “facilitatore” per i compagni.

Kris Clack: 21 partite, 11.3 PPG in 31′, 58% da 2, 19% da 3, 76% ai liberi, 3.3 RPG, 2.4 SPG, 1.7 APG

Oscar Torres: 57 partite, 14.7 PPG in 28′, 53% da 2, 45% da 3, 70% ai liberi, 5.1 RPG, 2.2 SPG, 0.9 APG

torres2

Michel Morandais: 78 partite, 13.2 PPG in 30′, 46% da 2, 39% da 3, 81% ai liberi, 4.9 RPG, 1.3 SPG, 1.3 APG

morandaisdunk

Jeff Trepagnier: 50 partite, 11.7 PPG in 26′, 52% da 2, 34% da 3, 75% ai liberi, 4.2 RPG, 1.7 SPG, 0.8 APG

trepdunk trepagnier

Jamel Thomas: 33 partite, 11 PPG in 28′, 40% da 2, 33% da 3, 63% ai liberi, 4.8 RPG, 1.5 SPG, 1.5 APG

thomas

Andrew Warren:

NO.

Kyle Weaver: 30 partite, 17 PPG in 31′, 59% da 2, 30% da 3, 77% ai liberi, 7.6 RPG, 3.5 APG, 1.5 SPG, 1.4 BPG (in Gold)

Le nove gare di… Dario Cefarelli

Come se il sito della LegaPallacanestro non facesse già abbastanza schifo, abbiamo scoperto che se un giocatore viene tagliato da una squadra la sua scheda sul sito sparisce. Kaputt. E’ come se non fosse mai esistito.
E se invece questo giocatore viene scambiato? Semplice, il link rimanda alla scheda della sua vecchia squadra, con i dettagli delle partite giocate con la vecchia squadra, e basta.
Insomma scordatevi le medie di Cefarelli, se non quelle che ci eravamo salvati sulla nostra app, ossia 2.3 punti di media in 9 partite in maglia azzurra, il 38% da 2, 0/2 da 3 e il 63% ai liberi.

cefafine

Alla fine, come immaginavamo quando fu firmato, il Cefalo ha giocato sempre da 4, approfittando dell’infortunio di Allegretti per incrementare il minutaggio e fare pure qualche presenza nello starting five. L’impressione che ci ha dato? Finché fa le cose semplici è uno che in campo ci può stare, ma di tanto in tanto tende ad inventarsi dei tiri che non hanno alcun criterio.

Per cosa lo ricorderemo

Ricordare chi?

E il futuro?

Sarà ancora under, quindi immaginiamo che Caserta lo mandi ancora in prestito a farsi le ossa da qualche parte.

La stagione di… Sylvere Bryan

Treglia, tu sto pezzo saltalo e passa direttamente al prossimo.

Iniziamo con i numeri: 5.2 punti in 28 partite e 5.7 rimbalzi, il 65% al tiro frutto di una shot chart che come immaginate non è che possa essere troppo fantasiosa.

bryanfine

E…

Arriva eh.

Aspetta che arriva.

Facciamo che è meglio se vi sedete.

Fatto?

Ok.

… il 23% ai liberi.

COME DIAMINE E’ POSSIBILE CHE UN GIOCATORE PROFESSIONISTA (ok, lo sappiamo che è un campionato dilettantistico, ma lasciamo stare. E ha giocato in A) POSSA TIRARE DEI FOTTUTISSIMI TIRI LIBERI CON IL 23 PER CENTO? Come puoi segnare solo SEDICI liberi su SESSANTOTTO?
Per dare un’idea dell’assurdità della cifra, pensate che TIM BLACK – non Ray Allen, Tim Black – tira da 3 poco meglio di Bryan ai liberi.

Non lo so, è qualcosa che non riusciamo spiegarci. Ci sono più chance di trovarci a letto con Scarlett Johansson (sì, tutti quanti noi di RDJ. Tranne il Treglia, che lui preferirebbe il 2/2 di Sylvere) che vedere un 2/2 ai liberi di Bryan. Ah, a meno che non si cazzeggi con quelli di Made in Sud, ovviamente.
Ci fosse un albo dei giocatori di basket, il buon Sylvere andrebbe radiato solo per questa cosa. Non è che siamo rudi, ma rendetevi conto che non stiamo parlando del solito centrone che ha la mano quadra dalla lunetta e tira con il 40%. STIAMO PARLANDO DEL 23 PER CENTO DANNAZIONE.

Basta, datemi la pillola.

Ah, mi sento meglio. Cambiamo argomento.

Al di là di questo, la stagione di Bryan non è stata delle migliori. Non ci aspettavamo un lungo dalla mano delicata, ma non ci aspettavamo neanche che si rivelasse un giocatore a cui non puoi passare assolutamente il pallone (non solo per tirare, ma anche per far muovere la difesa) perché non sa cosa farsene. Probabilmente è stata la stagione ad essere un po’ particolare, d’altra parte Bryan ha una carriera discreta alle spalle, ma più volte i tifosi napoletani hanno visto davanti ai loro occhi queste scene memorabili in cui Sylvere riceveva spalle a canestro e non sapeva proprio che fare. Poi scivolava di mezzo passo indietro PRIMA di palleggiare: infrazione di passi e palla persa.
Per carità, Sylvere ha delle attenuanti: l’attacco non sempre fluido, che gli impediva di ricevere per facili appoggi, i limiti al tiro di Black che rendevano il pick and roll tra i due molto marcabile… E nonostante questo resta probabilmente il miglior lungo per rimbalzi/minuto.

Per cosa lo ricorderemo

Per i tiri liberi, e vabbè. Per le due gare DOMINANTI contro Ferentino (17+11 all’andata, 9+11 al ritorno) e all’ultima giornata con Jesi (13+10 in 16 minuti).

bryanferentino

E per il futuro?

Mettiamola così: finché si tratta di fare lavoro sporco, Sylvere Bryan è uno dei migliori giocatori della LegaDue. Ed effettivamente quelle sono le sue qualità, forse sbagliamo a pretendere molto altro. Il problema è di natura diversa: Sylvere è passaportato, e allora forse puoi trovare qualche “fabbro” italiano che faccia bene o male quello che è in grado di fare lui, utilizzando lo spot di passaportato per giocatori con maggiore qualità.

La stagione di… Matteo Montano

Ossia come un giocatore che sembrava un pesce fuor d’acqua è riuscito con calma e tanto lavoro a trasformarsi in un cambio affidabile. Almeno per un paio di mesi, che il finale di stagione è meglio rimuoverlo.

Matteo Montano è arrivato come bonus insieme al titolo di Bologna. Nelle prime settimane è effettivamente sembrato, più che un giocatore, uno di quegli inutili inserti che ti consegnano quando acquisti un giornale. E invece piano piano il ragazzo ha acquistato fiducia, specie quando sono finiti i cambi punitivi al primo errore. I primi segnali a Trento, poi le gare con Verona e Trieste, infine le buone prove dopo il cambio in panchina: ottimo con Veroli, ottimo a Imola, molto bene anche con Trapani. Nei due mesi finali ha giocato maluccio, rovinando anche le medie al tiro: al termine del girone di andata era il miglior tiratore dei fuori dei nostri con il 43% e andava in lunetta con il 93%. Ha chiuso con il 31% dall’arco (frutto di un 6/25 nel girone di ritorno) e il 79% ai liberi.
Ricapitolando: 3.2 punti, 1.8 rimbalzi e 0.9 assist in 30 partite, 36% da 2 (…), 31% da 3 e 79% ai liberi.

montanofine

Per cosa lo ricorderemo

Per i panchinamenti al primo errore, ovvio! Non che fosse colpa sua eh. Per quelle volte in cui in sugli spalti ci sentivamo più sicuri con lui in campo piuttosto che con Black (è successo!)

E per il futuro?

Non sarà più under e si fa dura per lui, grazie a questo brillantissimo regolamento che vorrebbe tutelare i giovani ma poi li sbatte in mezzo alla strada non appena hanno superato l’età puberale. Ha dimostrato di poter tenere il campo per una decina di minuti in Gold, ma non crediamo sia abbastanza bravo da poterlo fare anche senza il benefit dell’età. Possibile trovi qualcosa come backup in Silver. In ogni caso, in bocca al lupo.

La stagione di… Tim Black

timpink

Iniziamo col dire una cosa: Jerome Allen non avrebbe mai – e diciamo MAI – permesso una cosa del genere. Affetto per la figlia, gusti estetici discutibili, tutto quello che volete voi. Ma non crediamo di sbagliarci se diciamo che quelle scarpe sarebbero state lanciate goliardicamente nell’area dove sorge quel rudere (sob) di fronte al PalaBarbuto.

Detto questo, iniziamo ad analizzare la stagione di Tim Black, il giocatore più discusso di questa stagione. Che poi è un caso strano, perché solitamente a Napoli ce la si prende con i centri, che per andare bene ai raffinati gusti della tifoseria devono per definizione essere 1) grossi 2) cattivi 3) neri 4) feroci schiacciatori. Poi i tifosi quest’anno hanno potuto valutare che Sylvere Bryan rientrava in queste categorie ma con risultati non proprio corrispondenti al loro prototipo di centrodominante™ e quindi hanno dovuto rivedere le loro posizioni.
Meglio spostare le proprie attenzioni sul play, quindi.

Ora, qualsiasi point guard americana si presenti a Napoli da qualche anno a questa parte (quindi pochissime, causa fallimenti a ripetizione) deve convivere con la non proprio semplicissima eredità lasciata da Lynn Greer, che per gli appassionati partenopei meriterebbe una statua fuori al PalaBarbuto tipo Madonna di Medjugorje. Ecco, se questa statua vedesse gli arresti e tiro di Tim probabilmente piangerebbe sangue e ci troveremmo Paolo Brosio fuori al palazzetto, quindi non è il caso di avventurarsi in paragoni che lasciano il tempo che trovano e allora basiamoci sulla stagione senza preconcetti.

Iniziamo dai numeri: 12.3 punti in 30 partite, 50% da 2, 25% (yikes) da 3 e 85% ai liberi (terzo in campionato). Tre rimbalzi e 3.7 assist di media, nono in campionato.

timfine

Andando oltre la depressione causata dal vedere quelle percentuali sul perimetro per un play di 1.80 scarsi, le conclusioni di Tim sono avvenute per gran parte del campionato nei pressi del canestro. Nella parte finale del torneo è riuscito a sbloccare l’arresto e tiro dalla media distanza e ha iniziato a buttare dentro una quantità considerevole di long twos (tiro che non brilla proprio per utilità, ma sempre due punti vale), in particolare nella gara persa contro Brescia che è stata la migliore del suo campionato (27 punti, 8/10 da due, 2/3 da tre e 6 rimbalzi… pure 6 perse ma era l’unico che giocava, praticamente). Fatto sta che nell’ultimo mese e mezzo di stagione (in sei partite) ha segnato 16,5 punti con 23/43 da 2 e 8/18 da 3. Niente di straordinario, direte voi. E avete pure ragione, ma il fatto è che il ragazzo tra gennaio e febbraio era entrato in uno slump di quelli clamorosi, con 9.5 punti a partita ma soprattutto UNA tripla segnata su quattordici tentativi. In nove gare.
La cosa curiosa è che la crisi al tiro di Black è coincisa con quello che è stato probabilmente il miglior momento di Napoli, in seguito al cambio in panchina. Rivedere a freddo questi dati ha intaccato alcune delle nostre ipotesi. Abbiamo sempre pensato che la presenza di un play con problemi nel tiro dalla distanza come Black creasse – almeno nel basket moderno – grossi guai al nostro attacco: il difensore passa dietro sul blocco e questo porta ad un’area più intasata e a meno spazi per le penetrazioni. Si era visto benissimo in occasione della partita di ritorno contro Forlì, dove Ferguson concedeva volentieri due metri a Tim sul pick and roll.
Ma se andiamo a vedere le statistiche, Black ha circa 12 punti di media sia nelle vittorie che nelle sconfitte, tira da 2 con percentuali simili sia nelle vittorie (49%) che nelle sconfitte (50%) MA ha tirato con il 15% da 3 quando Napoli ha vinto e con il 32% da 3 quando ha perso. Cosa vuol dire? Non ne abbiamo la più pallida idea, ma è quantomeno curioso. E’ Black che tira male quando Napoli vince oppure è Napoli che gioca meglio quando Black tira con brutte percentuali e quindi è costretto ad attaccare maggiormente il canestro?

Per cosa lo ricorderemo

Per il buzzer contro Forlì all’esordio e per la gioia di quei giorni, per quei due mesi in cui non azzeccava un tiro, per le scarpe rosa, per i timeout in campo, per quei quarti quarti in cui ha amato prendersi le sue responsabilità (4 punti di media negli ultimi dieci minuti quando nei quarti precedenti non supera mai i 3 del terzo… e sempre sotto quota 3 nei primi due).

E per il futuro?

Ha un altro anno di contratto. Balbi ha detto “ne parleremo” quindi ci viene il pensiero (magari sbagliamo, ma ci viene il pensiero) che se si trova di meglio si cerca di uscire dall’accordo. Ha senso, soprattutto se le prospettive sono quelle di un campionato di livello più alto. Nel corso di questi mesi non abbiamo risparmiato stilettate a Black, ma non è un cattivo giocatore. E’ il leader dello spogliatoio e l’allenatore in campo (vd. timeout di cui sopra), e fa parte di quei bravi ragazzi su cui Napoli ha deciso di puntare a inizio anno. “Troppi bravi ragazzi”, ha detto Mirenghi in un’intervista finita sul giornaletto che distribuiscono al PalaBarbuto. Ecco, appunto, troppi bravi ragazzi. Se vogliamo fare le cose in grande, necessario puntare su qualcuno che magari possa anche avere la testa disabilitata, ma non tiri con il 25% da 3 e non conceda prestazioni realizzative superiori alla media a gran parte dei play avversari.

La (mezza) stagione di… Jacopo Valentini

Lo Zuniga del Napoli Basket, nel senso che il 9 febbraio ha giocato a Casale Monferrato (13 minuti, 0 punti e 0/2 al tiro) e da allora non si è visto più a causa di un problema muscolare. Fatto sta che il suo minutaggio aveva iniziato a subire un considerevole calo con il cambio in panchina: pretoriano di Cavina, che cercava di tenerlo in campo una ventina di minuti (ma in qualche occasione ha sfiorato i 30), con Bianchi non ha mai superato quota 17. Meno minuti e molti meno tiri, tanto che nelle cinque gare dopo il cambio tecnico Jacopo ha segnato un totale di 13 punti. Di cui 9 con Imola.

valefine

Di sicuro Valentini è un giocatore raro da vedere in questi tempi: in un momento storico-cestistico in cui gli esterni difensivi tendono a specializzarsi sul tiro da 3, lui continua a preferire (anche con insistenza) la giocata all’interno dell’area, preferibilmente sotto canestro, da dove ha preso infatti gran parte delle sue conclusioni. Insomma, l’antitesi offensiva di Malaventura, a parità di ruolo. Chiude con 4.8 punti e 2.7 rimbalzi, il 46% da 2 e il 25% da 3.

Per cosa lo ricorderemo

Per la tripla della vittoria a Brescia quando ha messo 7 tiri da tre in tutta la stagione, per i 29 punti in due partite (!!!) contro Trento e Torino, per la grande intensità difensiva messa in mostra in svariate partite (tra cui il ritorno con Biella), per essere stato protagonista incolpevole del gioca jouer di Cavina con Casale.

E per il futuro?

Allora, come nono uomo può anche essere un lusso perché in alcune partite ha davvero svoltato la gara difensivamente. Ma in tutta onestà se gioca più di 15 minuti ti paralizza l’attacco. Insomma, si può trovare qualcuno in grado di offrire un impatto simile in difesa, ma che te la mette da 3 se ha un paio di metri di spazio (e soprattutto non viene battezzato, dirottando le attenzioni della difesa sui compagni di squadra). A naso, difficilmente lo rivedremo con la nostra maglia.

La stagione di… Marco Allegretti

Stagione sfortunata o primi segnali di cedimento fisico? Non è stata un’annata semplicissima per Marco Allegretti, che ha chiuso il campionato anticipatamente (ma era già stato fermo in altre occasioni durante l’anno) ed è finito sotto i ferri.

Chiude con 7.1 punti e 3.5 rimbalzi a partita, con un minutaggio medio di 23 minuti. Per lui una stagione con il 58% da 2, il 32% da 3 e l’82% ai liberi.

allefine

La shot chart di Marco è una di quelle che ti fa comprendere il suo gioco: lungo perimetrale, pronto a colpire sugli scarichi. Non sappiamo se sia colpa dei guai fisici o della situazione tecnica, ma in seguito al cambio di panchina le sue percentuali dall’arco sono calate drasticamente (5/21 con Bianchi).

Per cosa lo ricorderemo

Chi scrive è un grande fan di Allegretti, che è un preziosissimo role player e un giocatore che può essere molto importante tatticamente perché è in grado, con il suo tiro, di aprire le difese. Però bisogna essere onesti e allora dobbiamo dire che non è che di questa stagione ci sia molto da tramandare ai posteri. E’ vero, Marco è un giocatore di sistema. Ed è pure vero che nessuno si aspettava l’Allegretti dominante delle tre partite giocate a Napoli lo scorso anno. Ma, ripercorrendo con la memoria questo campionato, alla fine non ci viene in mente molto, se non un paio di schiacciate clamorose, su tutte quella a Ferentino. Cose che magari non ti aspetti da un Allegretti, e proprio per questo capisci che è stata una stagione un po’ strana. Per il resto c’è qualche prestazione positiva, ma senza essere così determinante, e qualcuna negativa, senza essere così deleterio. Insomma quelle stagioni che alla fine non ti lasciano molto.

E per il futuro?

E per il futuro a nostro avviso dipende tutto da David Brkic. In realtà Allegretti ha un biennale quindi sulla carta dovrebbe essere confermato. Ma ci sono alcuni aspetti da prendere in considerazione. David è più realizzatore ed è uomo a cui puoi anche dare la palla sotto, Marco è più uomo di sistema e decisamente più valido in difesa (specie sul pick and roll, dove – quando sta bene – ha la velocità di piedi per seguire il piccolo). Però in attacco amano stazionare sull’arco e la loro coesistenza non è stata delle più semplici, per quanto l’idea di creare spazi per Black e Weaver fosse buona (ma bisogna aggiungere che né David né Marco sono grandi portatori di blocchi).
Ovviamente un ballottaggio tra i due non può prendere in considerazione solo il talento ma deve necessariamente coinvolgere il diverso peso economico, gli impegni contrattuali e anche il tipo di squadra che si intende costruire. Insomma, se resta Brkic forse è il caso di dirsi arrivederci. Se invece il lungo cesenate parte (e se Marco ha recuperato pienamente dopo l’operazione, cosa che crediamo sia normale ma è sempre meglio specificare) lo si può tenere come arma tattica dalla panchina, utile proprio ad aprire il campo con il suo tiro. Però in quel caso c’è bisogno di un lungo simil-Cain, tosto a rimbalzo e in grado di dare un gioco interno affidabile.