La stagione di… Marco Ceron

“E poi ti amo e poi ti odio e poi ti amo e poi ti odio e poi… ti apprezzo”.

Protagonista di quello scampolo di stagione nata morta un anno e mezzo fa, tra il pubblico napoletano e Marco Ceron era scattata una scintilla che lo ha convinto a ritornare in città anche con il nuovo progetto. La gara di esordio in casa con Forlì, dove era stato decisivo con 18 punti, 4 rimbalzi e 3 assist, sembrava perfetta per lanciare Marco tra le giovani certezze del basket italiano.

Ma il rapporto con Demis Cavina non è mai decollato, e tra panchinamenti punitivi e un atteggiamento non proprio positivo da parte del giocatore, le cose sono andate diversamente. Può capitare di essere discontinui, ma nei primi mesi Marco non è mai riuscito a mettere in mostra il suo talento per più di una partita. 18 punti all’esordio, poi 5, non entrato per infortunio e 5. Poi 15. E subito dopo 3, 2 e 6. Poi 22 e allora pensi che l’esplosione è vicina. E invece no, perché ne fa 5, poi 6 e poi 2.

A quel punto cambia la guida tecnica e Marco ritrova la voglia e anche soluzioni tattiche più adatte al suo talento. Bianchi gli dice di spingere la transizione quando ne ha la possibilità, in modo da attaccare il canestro e trovare punti facili.

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E’ il suo momento migliore: 8 con Veroli, 9 a Imola, poi tre gare di fila in doppia cifra. Sbaglia la partita con Trento e poi esplode facendone 27 a Torino e 21 in casa con Capo d’Orlando. Arriva la convocazione in nazionale e…

E a questo punto ricrolla nella mediocrità. Sì, c’è la gara con Ferentino da 19+9, ma arrivano varie partite in cui falli+ palle perse sono superiori ai punti.

Chiude la stagione con 9.6 punti, 2.9 rimbalzi, il 54% da 2, il 33% da 3 e l’82% ai liberi.

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Per cosa lo ricorderemo

L’urlo di Marco, alla prima giornata con Forlì. I 22 punti con 8/11 al tiro a Ferentino. Le due gare con Trento e Torino in cui ne ha messi 48 tirando 10/15 da due e 6/10 da tre. Il brutto finale di stagione all’insegna di falli e palle perse. E per il maglione, ovviamente.

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E per il futuro?

Come Montano, anche Ceron perderà per la prossima stagione lo status di under. A differenza di Matteo, per Marco ci sono più possibilità che qualche squadra di Gold punti su di lui come italiano anche senza il benefit dell’età: offensivamente è un giocatore che, in un contesto di gioco rapido, può essere produttivo in pochi minuti. Sta a lui lavorare per limare quei difetti che in questi mesi hanno rallentato la sua esplosione. Difficile rivederlo in maglia azzurra, ma chissà.

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