L’emozione non ha Wi-Fi

Immaginate una partita di basket della vostra squadra del cuore. Immaginate che la vostra amata stenti nei primi quarti e vi faccia temere di prendere un’imbarcata. Immaginate che all’improvviso si svegli e cominci a segnare a ripetizione risalendo la china. Immaginate che nonostante gli arbitri (che per principio se fischiano contro chi tifo io sbagliano) e le provocazioni avversarie, la vostra squadra del cuore chiuda la gara alla grande con una difesa asfissiante ed un attacco stranamente fluido e costituito non solo da iniziative personali. Ecco.

Ora immaginate che dopo il terzo quarto, nel bel mezzo della rimonta della vostra squadra del cuore, abbiate controllato i risultati dagli altri campi e, visto che la squadra che doveva vincere per tenervi in vita perde di 30 (TRENTA!), abbiate passato l’ultimo periodo più ad imprecare perché è svanito ufficialmente il sogno playoff che a godervi il finale-thrilling della partita.

La gara di ieri è andata più o meno così. Napoli inizia malissimo che peggio non si può, regalando triple aperte agli avversari e perdendo palloni in attacco in  maniera ridicola, dando chiaramente l’impressione di tirare i remi in barca. Ad onor del vero, l’impressione che si ha è che per la terza gara di fila i giocatori napoletani stiano giocando volutamente svogliati l’inizio di partita, per poi cercare di vincere recuperando tutto lo svantaggio nei soli ultimi minuti. Meno male che a fugare questi cattivi pensieri ci pensa coach Bianchi, che chiama subito time-out ed aggiusta il quintetto già nel primo quarto, inserendo Ceron e Bryan che se non altro giocano sempre al massimo (e non sempre è una cosa buona).

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Weaver metabolizza la sofferenza dei tifosi costretti ad assistere al primo quarto.

Napoli, grazie alle triple del capitano e dello stesso Ceron, evita che Ferentino fugga. In difesa i partenopei si fanno bucare da Garri e Giuri, ma l’impressione comunque è che Ferentino stia giocando solo sugli errori di Napoli e che non possa realmente competere una volta che la difesa partenopea si faccia più stringente.

Il terzo quarto inizia con un pingpong fatto di scorribande coast-to-coast degli americani in campo. Napoli va un’altra volta nel pallone e Ferentino vola sul +8 grazie ai rimbalzi. Coach Gramenzi, però, insiste con la zona proprio nella gara in cui a Napoli sta entrando di tutto dalla lunga distanza. Napoli recupera e va all’ultimo quarto contro una squadra carica di falli.

Gli ultimi dieci minuti sono bellissimi per quei tifosi che non hanno accesso ad internet su cellulari e palmari. Napoli stravince grazie ad una prestazione magistrale, ma l’unica cosa davvero interessante sono i 6 rimbalzi con tre schiacciate in otto minuti di uno Bryan che però accompagna queste cifre con un 1/8 totale dalla linea del tiro libero.

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Non può esserci pezzo del Treglia senza una squassante schiacciata di Sylvere Bryan.

Adesso che la stagione è ufficialmente senza più obiettivi, si può cominciare a recriminare al pensiero che ai playoff ci andrà una tra Veroli (battuta in casa ma in trasferta facemmo la peggior partita che un tifoso possa ricordare), Brescia (battuta in trasferta, in casa perso contro una squadra che non voleva vincere) e Ferentino (che ha preso paccheri da noi anche in pre-stagione).

Diciamo che, più ci si pensa, più l’unica cosa buona di questa prima stagione sia che ce ne sarà una seconda. Sperando che, a proposito di paccheri, di Napoli si parli sui quotidiani nazionali solo per raccontare cose positive.

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