Verso Napoli-Barcellona: ecco cosa ci serve per vincere…ancora

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Guardi Barcellona e sembra di guardarti un po’ allo specchio. Squadra partita con enormi ambizioni e aspettative, andate in buona parte deluse. Ma se Napoli dopo aver passato le pene dell’inferno in avvio di stagione, si è lentamente ritrovata, i siciliani si sono persi. E il senso di smarrimento ha portato all’esonero il 23 dicembre di coach Giovanni Perdichizzi, che “non ha mangiato il panettone”, nel senso più letterale del termine. Si è chiusa un’era, perchè “Lo Sceriffo” ha rappresentato passato, presente, e in molti casi futuro remoto, di una società che ha portato dalle minors al basket che conta. Sette vittorie e sei sconfitte, tanti (troppi per il Presidente Bonina), scontri diretti persi: Trento, Torino, Brescia, Capo d’Orlando e Verona, con vantaggi dilapidati nel modo più incredibile. In panchina ora spazio all’assistente Ugo Ducarello, promosso coach ad interim. Basterà a dare un’inversione di tendenza?

Dicevamo dello specchio. Noi ci siamo guardati allo specchio, non ci siamo piaciuti, ma adesso facciamo meno fatica ad accettarci. Non siamo belli come avevamo immaginato, ma neanche così brutti come ci avevano dipinto. Tre vittorie consecutive, fiducia rinnovata, gerarchie (quasi) definite, e la voglia di chiudere in bellezza l’anno. Oh siamo a dicembre e vediamo ancora pallacanestro. Roba da lacrime agli occhi. Cavina è saldamente in sella, continuiamo a pensare che Weaver sia il giocatore più forte di questo campionato, ma forte non vuole dire uno che ti fa vincere sempre…abbiamo liberato la follia di Ceron, l’unico capace di portate punti (tanti, maledetti e subito) dalla panchina, abbiamo ritrovato l’animalesca forza a rimbalzo di Bryan, nell’attesa che Brkic batta un colpo.

Dove la vinciamo – In difesa limitando la coppia Andre Collins – Alexander Young, rispettivamente sesto (17.6 punti di media), e secondo (19.6) nella classifica cannonieri. Barcellona sviluppa un attacco essenzialmente perimetrale, con i vari Fantoni, Natali e Toppo, che si nutrono delle iniziative che nascono dai due americani. E contro di non ci sarà Filloy.

Dove la perdiamo – Se non giochiamo con lo spirito e con l’umiltà che hanno fatto da comune denominatore nella risalita dell’ultimo mese. Tim Black e il suo impatto sui due lati del campo saranno l’ago della bilancia. Weaver dovrà mettere pressione su Young sin dalla palla a due. Poi ci pensa Brkic a scompaginare gli equilibri. Giusto?

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