Verso Napoli-Torino: due chiacchiere con Davide Rosa

Domenica si torna in campo con Torino e quale migliore occasione per ritirare fuori dal cassetto la nostra rubrica di preview? A illustrarci la situazione in casa PMS è Davide Rosa, che segue Torino per Dailybasket ed è tra le menti malate che sono dietro al miglior podcast italiano sull’NBA (Ball Don’t Lie) e al miglior sito dove leggere articoli di basket (Grantl… ehm, Hoops Democracy). Lo trovate su twitter con l’intuitivo nick @ShOwmeHOw2play. Insomma, è un prezzemolino che manco l’Alessia Merz dei bei tempi.

Napoli e Torino. Ci eravamo lasciati due anni fa con due eliminazioni abbastanza brucianti nei playoff di DNA, ci ritroviamo in Gold dopo due percorsi decisamente diversi. Domenica pomeriggio ho dato un’occhiata alla partita con Capo d’Orlando sulla webtv di LNP. Due anni fa il PalaRuffini era abbastanza deserto, ora me lo ritrovo con 5mila persone solo due ore prima di Juventus-Napoli. Che diamine è successo?

E’ successo che c’è un progetto interessante, con acquisti importanti e con giocatori come Mancinelli che sono un’ottima aggiunta oltre che dal punto di vista tecnico per una Lega Gold anche dal punto di vista promozionale. Lo stesso Pillastrini domenica faceva notare come al suo arrivo (la scorsa stagione, non tanti anni fa), ci fossero, testuali “poco più delle moglie dei giocatori, ora ci sono 5.000 persone che chiedono gli autografi anche dopo una sconfitta”.  Torino ha voglia di basket e come “bogia nen” sono difficili da muovere, per cui ci voleva una squadra di alto livello per riprendere entusiasmo. Ecco, se posso aggiungere una cosa, mi ha stupito molto la disponibilità di Mancinelli ed Amoroso con i tifosi. Sono sempre pronti a farsi fotografare e a firmare autografi sorridenti senza dare l’impressione di atteggiarsi da Star, cosa che con il loro pedigree qui a Torino pensavo potessero fare.

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Napoli-Torino al PalaBarbuto nella stagione di DNA. L’ultimo scontro diretto lo abbiamo rimosso, non esiste.

L’idea che mi sono fatto da 900km di distanza è quello di una società che ha deciso di crescere in maniera graduale e costante. Non a caso, dopo l’eliminazione dai playoff due anni fa, la società ha deciso di non procedere al ripescaggio in LegaDue. Il risultato è che hanno costruito una squadra che ha dominato la DNA il cui nucleo è rimasto in buona parte intatto.

Vero, c’era molto scetticismo sulla scelta di non provare il ripescaggio due anni fa. Si temeva fosse una dimostrazione della poca voglia di mettere i fondi che sarebbero serviti a mettere in piedi il progetto iniziale di salire in A dal 2015. Insomma, che come altre volte successo a Torino si facessero parole ma non fatti. Invece bisogna dare atto alla società che facendo così hanno costruito una bella squadra con un buon nucleo di giocatori giovani e ora ne raccolgono i frutti, senza nemmeno guardare troppo alla stagione in corso ma anche al futuro. Penso ad esempio alla scelta di Daniele Sandri e Lorenzo Gergati, giocatori che in DNA hanno fatto fatica per caratteristiche, ma che in Lega Gold sono invece molto utili. In molti a Torino, inoltre, avrebbero voluto la conferma delle bandiere Parente e Conti, ma la società ha fatto una scelta precisa (operata anche con la bandiera Masper l’anno precedente), di proseguire su una strada anche rinunciando al fattore sentimentale. Un po’ diverso il discorso per Baldi Rossi, che col senno di poi visti gli infortuni avrebbe fatto comodo, ma con Amoroso e Mancinelli stabile da 4, lui o Wojciechowski avrebbero avuto un ruolo ridotto e non sarebbe stato giusto nemmeno per loro.

Ecco, Amoroso e Mancinelli, la strana coppia. Finora si sono visti poco assieme perché il Mancio è fermo per infortunio, ma una coppia di lunghi simili in Gold non ce l’ha nessuno. Torino ha provato a costruire la squadra in maniera diversa, puntando su un nucleo quasi interamente italiano. Aggiungi l’infortunio di Steele ed ecco una squadra italiana per dieci decimi.

Sì, una scelta che vale anche per il futuro (molto immediato vista anche l’età di Amoroso). Sono una strana coppia ma hanno modo di trovarsi bene insieme, perché sono entrambi buoni passatori (Mancio ottimo) e non attaccano le stesse zone del campo. Inoltre non sottovaluterei Wojciechowski, che ancora si sta allenando al 50%, ma che quando in forma può permettere a Pillastrini di giocare in controtendenza e andare lungo, con Mancinelli da 3, Amoroso da 4 e il polacco da 5. Per quanto riguarda Steele, fa piacere avere un nucleo italiano, ma mi farebbe molto più piacere avere un play di ruolo che faccia girare la squadra permettendo a Stojkov (se confermato) di dare difesa dalla panchina e non dover fare l’organizzatore del gioco. Quando a portar palla sono Gergati o Chessa l’attacco è troppo statico e mancano i tempi giusti nel dar la palla sotto. Sono utilissimi entrambi, ma li preferisco off the ball o a giocarsi iniziative personali meno frequenti.

Ecco, difensivamente noi soffriamo molto sugli esterni e il fatto che voi non abbiate qualche play di quelli sguscianti mi fa stare un po’ più tranquillo. Qual è ad oggi il maggior pregio della Manital e dove pensi invece che Torino debba ancora migliorare? Oltre all’infermeria, ovviamente, ma vi posso assicurare che là siete in ottima compagnia.

i pregi maggiori in questo momento sono la solidità di squadra, perché Amoroso, anche se in questo momento stanco perché spremuto molto è una garanzia, e la compattezza difensiva, che anche se ultimamente paga qualcosa in termini di freschezza, ha mantenuto l’anima della scorsa stagione. In cosa dobbiamo migliorare… sicuramente ad essere più consistenti sotto canestro, perché facciamo bene pressione sugli esterni in difesa, però poi ci troviamo a soffrire a rimbalzo concedendo troppe seconde opportunità agli avversari. Però questo è necessariamente dovuto alla mancanza di lunghi sani al momento, perché con Mancinelli fuori, Zanotti fuori e Wojciechowski ancora non al meglio, è normale che dovendo schierare Sandri da 4 si soffra. Perché Daniele è un ottimo atleta, ma è un rimbalzista che funziona meglio se arriva dalla marcatura di un esterno piuttosto che di posizione. In più dobbiamo migliorare nella costruzione del gioco, perché gli attaccanti da pick and roll che abbiamo difficilmente giocano col lungo ma preferiscono andare dentro. E’ questione sia di attitudine (Gergati), sia di trovare il giusto affiatamento con il lungo, che verrà col tempo. Ovviamente anche qui il rientro di Steele aiuterebbe.

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Ancora una Napoli-Torino vintage ma non troppo.

Chiudiamo con alcune curiosità sui singoli: Marco Evangelisti è sempre stato considerato uno dei migliori giocatori della B1, perfetti per una squadra di vertice (tre promozioni), ma poco adatti alla LegaDue. Invece sta andando alla grande: 14 di media con ottime percentuali e sempre in doppia cifra.

Francamente ha stupito anche me. Non pensavo che in LegaDue potesse giocare così bene ed essere efficace sui due lati del campo, invece esegue bene oltre che dagli scarichi anche con la palla in mano. Ha preso fiducia dalla scorsa stagione e con i gradi di capitano sa che deve prendersi determinate responsabilità. E’ maturo ed è tra i migliori in questo momento.

Chessa ha giocato malissimo con Capo d’Orlando ma finora è stato uno dei migliori. Essenzialmente se deve tirare tira da 3, ma lo fa decisamente bene (42% con circa 5 conclusioni a partita). E con lui i compagni: Torino è la squadra che in media ha segnato più tiri da 3 in tutta la Gold. Noi abbiamo una buona zona e visti gli infortuni potremmo doverla usare parecchio: rischiamo molto?

Chessa è questo, si sapeva. Vive di alti e bassi ed è molto dipendente dalle percentuali al tiro. Gioca bene quando può spingere e giocare i pick and roll contro un avversario più lento o da tiratore dagli angoli. Pilla ha capito subito che tra lui e Gergati, sebbene Lollo tolga ritmo all’attacco, sia comunque Chessa quello da non snaturare e mettere da guardia. Però sull’attacco alla zona, nonostante le percentuali da tre, potreste fare bingo, perché nei momenti in cui ce la siamo trovata contro abbiamo fatto fatica, almeno inizialmente, come contro Jesi, quando lo stesso Pillastrini ha ammesso che poche squadre in prestagione ci avevano messo contro una zona ed è stata dura trovare le misure. Insomma, se zonate, almeno fatelo a lungo per permetterci di avere il tempo di adeguarci 🙂

Daniele Sandri: che giocatore sta venendo fuori?

E’ dalla scorsa stagione che dico che è molto più adatto alla LegaDue che alla DNA. Ha un atletismo e un’energia spaventosa che gli permette di fare il 4 atipico o il 3 che può essere importante anche contro gli americani. Deve limitare il suo istinto quando ruba palla di partire a testa bassa in contropiede perché ogni tanto pasticcia (anche contro Capo d’Orlando, quando è partito in contropiede dopo la rubata e ha dato l’assist ad Amoroso mi pare, ho avuto un brivido, perché ormai lì il rimorchio non si aspetta più la palla). Sarà utilissimo e avrà modo di crescere ancora e mi piacerebbe vederlo con noi a lungo perché oltre a essere duttile è uno di quelli che dà tutto in campo, oltre che disponibilissimo con i tifosi.

Pillastrini ai tempi di Varese stringe la mano a Ron Slay dopo averlo sconfitto in una gara di birra e salsiccia.

Come fate a Torino a scrivere ogni volta Wojciechowski? Io credo che impazzirei, probabilmente avrei un file da aprire ogni volta per fare copia e incolla. Avendolo visto per un anno e mezzo da vicino che prospettive ti sembra possa avere?

Lascia perdere, ormai lo so scrivere ma tutte le volte mi vengono i crampi alle dita. Ha ancora qualche lacuna e in questa stagione non lo riesco a valutare bene, perché non l’ho visto nella sua miglior partita e perché è ancora al 60% della forma. Ha un’ottima mano e sta iniziando ad usare bene il fisico, anche se deve metter su qualche movimento dal post, magari il giro sul perno visto che ha potenza e comunque è rapido di piedi in attacco (meno in difesa ma credo sia per questioni fisiche al momento). In difesa l’anno scorso aveva il viziaccio che in recupero sui cambi nei pick and roll andava incontro al tiratore con le braccia abbassate, cosa che mi faceva imbestialire perché se fosse andato con le braccia su, lungo com’è, avrebbe alterato molte parabole. Quest’anno alza le braccia ma arriva una frazione di secondo in ritardo, sempre per questioni di forma. Riparliamone per la partita di ritorno e ti saprò dire!

Quanto è cresciuto il PIL della ristorazione torinese con l’arrivo di Pillastrini in città?

I ristoranti col Pilla hanno fatto il pieno. Non si trova una costata nel giro di 5 km dal centro. Se la cavano piuttosto bene anche i locali serali. Da quando sono arrivati il Mancio, Amoroso e Chessa ho idea che i privè si siano decisamente riempiti. Peccato aver poca vita sociale per dover rispondere alle tue domande, altrimenti sarei andato a qualche aperitivo a cercare di parlare con loro!

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