Verso Napoli-Imola: due chiacchiere con Matteo Plazzi

Domenica si torna in campo con Imola e, come fatto in occasione della gara con Forlì, abbiamo pensato che non c’è niente di meglio di un giornalista del luogo per spiegarci il momento dell’Andrea Costa e la situazione del movimento cestistico di Imola. Ci siamo rivolti così a Matteo Plazzi di Dailybasket, romagnolo doc, che trovate su twitter come @peo_Nba

Imola è a quota 0 punti dopo due sconfitte, una abbastanza netta a Trapani e l’altra al supplementare con Trieste. Come ti è sembrata finora l’Andrea Costa?

Domanda di riserva? A parte gli scherzi, quanto visto fino ad ora è piuttosto negativo. Un precampionato da 10 sconfitte su 10 partite disputate e non si sono certo affrontate squadre irresistibili come il CSKA o l’Olympiacos, ma formazioni di Gold e Silver come l’Acmar Ravenna e la Mobyt Ferrara. Il risultato e l’andamento delle partite sono sempre stati gli stessi: blackout collettivi e cali di concentrazione frequenti, scarse idee su ambo le metà campo con la fase difensiva in certe occasioni imbarazzante. Il gruppo è per lo più nuovo con il solo Turel riconfermato dall’ultima stagione di Legadue e ci vuole tempo per assimilare preparazione fisica e tattica e per rodare nuovi assetti, ma queste non devono essere scusanti per un inizio così catastrofico. Il debutto in Gold non è stato differente e nel complesso l’Andrea Costa ha mostrato un gioco efficace a sprazzi, soprattutto quando ha potuto tenere alti i ritmi di gioco. Ci sono evidenti lacune nella propria metà campo e l’atteggiamento di squadra non è sempre dei migliori. La collaborazione è poca, si cerca la giocata del singolo più che il coinvolgere i compagni. Nel debutto a Trapani gli assist di squadra sono stati solo 3 a fronte di ben 16 palle perse, una statistica impietosa. Per non parlare poi dell’impatto inconsistente della panchina, piena di tanti under 22 attesi a salti di qualità importanti e dove al momento il 18enne Maccaferri è stato l’unico a salvarsi. Ovviamente le ridotte finanze economiche sono una spiegazione allo scarso talento collettivo delle seconde linee, basti pensare che con i soldi con cui la PMS Torino ha messo a contratto Mancinelli Imola ha costruito praticamente l’intero roster.

Che mi dici dei due americani? Young con Trieste ha giocato un partitone, riempiendo il tabellino in ogni voce possibile, segnando canestri pesanti; Niles invece ha belle cifre ma leggevo che in difesa non è che sia sta cima.

Ti correggo, nessuno dei due americani è un mastino in difesa. Young ha riempito il tabellino contro Trieste mostrando buon trattamento di palla e visione di gioco. Ha messo canestri difficili, con l’uomo addosso, forse forzando più del necessario in certi frangenti. Anche a Trapani con 16 punti sui 57 totali di squadra era stato tra i più positivi in attacco, ma nella propria metà campo soffre troppo. Fatica a tenere il passo di avversari più giovani e tenaci. Mastrangelo domenica è stato un rebus irrisolvibile per Young, non è riuscito a prendergli nemmeno la targa. D’altronde se fosse stato un portento, a 32 anni suonati avrebbe avuto esperienze in campionati importanti e non solo in Arabia Saudita e Iran. Su Niles al momento fatico a dare un giudizio. Ha saltato il debutto a Trapani per un piccolo stiramento al muscolo interno dell’anca e contro Trieste ha dato sfoggio del suo talento solo a sprazzi. Ha ottime capacità di costruirsi un tiro trovando bene la retina da ogni posizione, ma il più delle volte sembra totalmente un’entità a se stante, disinteressato, salvo poi accendersi improvvisamente segnando canestri in rapida successione. In difesa è sempre un giro indietro e tende a commettere falli poco intelligenti. Non so se il problema fisico lo stia ancora condizionando, ma mi aspetto molti passi avanti soprattutto dal punto di vista del linguaggio del corpo.

Young si chiama Ian Curtis. Ed è una cosa bellissima.

Young si chiama Ian Curtis Young. Ed è una cosa bellissima.

A proposito di difesa, contro Trapani Imola ha concesso il 60% da 2, contro Trieste il 43% da 3.

I punti segnati nel basket non sono tutto, non si gioca solo in una metà campo e senza la difesa puoi scordarti di vincere le partite. Contro Trapani c’è stato un tracollo tremendo nell’ultimo quarto in cui si sono subiti ben 29 punti nel giro di 7 minuti, mentre contro Trieste le dormite difensive sono state tante, tra cui alcune decisive al termine dei regolamentari. Esposito in conferenza stampa ha puntato il dito contro l’atteggiamento generale della squadra. Troppo molli, poco intensi e incapaci di leggere l’attacco avversario attuando le dovute contromisure. Spesso si sono lasciati liberi gli esterni della squadra di Dalmasson, non chiudendo direttamente e scommettendo sull’esito delle conclusioni. Quando giochi in questo modo a questi livelli, parti già sconfitto.

18 rimbalzi in attacco contro Trieste, sia Dordei che Poletti in doppia cifra: una chiave può essere il controllo dei tabelloni?

Sicuramente è un punto di forza importante e differente rispetto al recente passato, infatti Imola ha sempre sofferto e subito nel pitturato negli ultimi anni non avendo una vera e concreta presenza nel pitturato. Quest’anno Poletti e Dordei danno una dimensione e una varietà differente aggiungendo il gioco in post. Finora però non è stato sufficiente: Imola ha vinto la sfida a rimbalzo sia contro Trapani che contro Trieste ma il risultato finale è stato negativo. Sottolineerei una chiave, per gli avversari però: le percentuali a cronometro fermo dell’Andrea Costa. Dopo il 67% contro Trapani, irrilevante visto il gap finale, ben più significativo il 14/24 (58%) contro Trieste in una gara finita al supplementare. Tra i più in difficoltà il capitano Dordei che in queste prime due partite tira meglio dal campo (53.3%) che ai liberi (41.7%).

Che mi dici di Vincenzo Esposito? Mi sembra uno molto esigente con i suoi, che chiede tanto anche ai più giovani. Forse anche troppo.

Sono sincero, quando questa estate sono spuntati i primi rumors su un possibile approdo di Esposito ho pensato “speriamo di no”. Non tanto per le capacità di Vincenzo, che devono in ogni caso essere  verificate in campionati di primo piano, ma perché ho solo suoi bei ricordi in maglia Andrea Costa. Se le cose andranno male, e visto il trend ho molta paura che sarà così, quei ricordi saranno in parte rovinati. Meglio non pensarci. In passato come capo allenatore ha avuto due annate piuttosto deludenti nella allora serie A dilettanti, prima con il progetto ambizioso di Trento fallendo addirittura l’ingresso ai playoff proprio all’ultima giornata, poi con la retrocessione ad Agrigento. Il suo lavoro però è apprezzato dai giocatori, ad esempio anche Aradori si è allenato privatamente con Esposito ad inizio estate e ne ha tessuto le lodi. Il campionato è lungo, ma quanto visto fino ad ora non è incoraggiante, la squadra sembra non rispondere ai dettami dell’allenatore, anche se c’è da dire che Passera e Niles non sono a pieno regime. Poco incoraggiante però è anche l’ambiente imolese. La società ha fatto sacrifici nel corso di questi anni riportando anche l’Andrea Costa ad Imola (fino al 2011 il palazzetto di casa era il Pala Cattani di Faenza, a circa 15km da Imola), in più il fatto di aver ultimato il roster a metà agosto (cosa che non succedeva dai tempi dell’A1) sembrava aver portato un iniziale entusiasmo, ma questo entusiasmo sta gradualmente scemando. La campagna abbonamenti non sta decollando: nonostante i prezzi più che ragionevoli si parla di poco più di 200 abbonati. In un palazzetto che può contenere fino a 2000 posti, sono veramente pochi e rendono bene l’idea di come il movimento sia in crisi nel territorio locale.

Credo che Esposito si attenda un'accoglienza calorosa...

Credo che Esposito si attenda un’accoglienza calorosa…

Nella chiacchierata con Romualdi lui ha evidenziato tutte le difficoltà di Forlì e a momenti la Fulgor la portava a casa. Quindi ci devi dire perché Imola potrebbe vincere a Napoli, sennò qua sembra che i romagnoli si stanno specializzando nell’antica arte del chiagni e fotti.

Bella domanda. Ammetto che mi sarei aspettato un inizio differente da Napoli visto il mix di talento e esperienza a disposizione di un coach competente come Demis Cavina. Brkic sarà fondamentale, può segnare da ogni zona del campo, deve riscattare il negativo 3/14 contro Veroli e sarà interessante vederlo contro Poletti, un lungo con una dimensione più prossima al canestro che ha messo in mostra senso della posizione e capacità a rimbalzo. Se non dovesse andare bene c’è sempre il totem granitico Bryan che può mettere un freno ai rimbalzi offensivi di Imola e questo fa ben capire la profondità del roster di Napoli, che dal pino può schierare giocatori con anni di esperienza in Legadue e giovani promesse, mentre Esposito può fare affidamento su tre under 22 con pochi minuti sulle gambe più Mancin, 27enne che arriva dal campionato di DNA. Fondamentale sarà il pieno recupero fisico e mentale di Niles e un maggior coinvolgimento di Passera che, oltre ad essere un gradino indietro come preparazione fisica visto l’infortunio allo scafoide, è ancora ai margini del gioco. Con ogni probabilità Imola proverà a tenere alti i ritmi, di correre sin dai primi secondi dell’azione cercando di non far schierare la difesa di Cavina grazie alle scorribande di Young. Ma ricordiamolo, l’Andrea Costa ha una dote unica, permette alle squadre in crisi e in difficoltà di rilanciarsi. Per me il pronostico è chiuso, troppa differenza in ogni ruolo. A meno che tu non creda alla cabala. La scorsa stagione Imola e Napoli si affrontarono proprio alla terza giornata al PalaBarbuto e anche allora l’Andrea Costa arrivava da due sconfitte. Ora puoi toccare ferro.

Ce la ricordiamo bene.

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